Cellino-Brescia Il matrimonio è naufragato
Pare che l’interesse per le rondinelle sia sfumato, all’imprenditore ora interessa il Genoa
Sempre più distanti, così lontani ora da far sembrare improbabile un riavvicinamento. La parola impossibile, con Massimo Cellino, è da non utilizzare mai. Tuttavia il matrimonio con il Brescia, che il suo entourage con eccessivo ottimismo dava per definito da oltre tre mesi, non s’ha (più) da fare. Alle note titubanze di Marco Bonometti verso l’imprenditore sardo, lontano per stile e comportamenti dal profilo di presidente cui avrebbe passato la mano, si sono aggiunte da ieri anche le perplessità dello stesso Cellino, ora ufficialmente libero da incarichi nel calcio dopo aver ceduto la seconda metà del Leeds ad Andrea Radrizzani. Non ci sarà alcun rilancio sul tavolo delle trattative: i 12,5 milioni per il 60% del club sono ritenuti cifra congrua per il valore del Brescia, a quella cifra Bonometti non cede più il suo ruolo di patron, giammai proprio ora che il calcio sta iniziando ad appassionarlo. L’ormai ex successore designato, da Miami (dove risiede), ha così modificato i piani: tornerà in Italia il 3 giugno, ma senza fare rotta dalla Lombardia. Nuova meta la Liguria, dove lo ha convocato l’amico Enrico Preziosi, sempre più deciso a vendere il suo Genoa. O meglio, costretto a farlo da una pesante situazione debitoria, circa sei volte più pesante dei 7 milioni che le rondinelle devono al fisco. Una cifra abnorme, che spaventa Cellino, il quale prima vuole però vedere i conti del Grifone per capire se ci sia un margine di manovra. L’incontro decisivo è fissato per il 5. Dovesse andare male, sarebbe troppo tardi per una virata su Brescia. Sempre meglio usare il condizionale, ma la telenovela sembra già ai titoli di coda. Con largo anticipo sulle tempistiche previste, come auspicava lunedì l’ad Rinaldo Sagramola.