Strage, il ricordo pensando all’oggi
Quarantatré anni da Piazza Loggia, «dobbiamo reagire stando uniti»
Brescia 1974, Manchester 2017, due città colpite dal terrorismo e legate idealmente dal dolore, nei giorni in cui Brescia ricorda la strage di piazza della Loggia. Brescia «ha elaborato e fatto un cammino importante, senza cercare scorciatoie, è una città che 43 anni dopo sa mantenere una memoria non rituale»: è stato il sindaco Emilio Del Bono a ribadirlo alla presentazione del fitto programma che anche quest’anno ricorda la strage. Il sindaco ha parlato di una «memoria che non è rituale» e ha ricordato che «purtroppo c’è ancora chi coltiva l’idea che la violenza politica sia la strada da intraprendere». E il pensiero è andato inevitabilmente all’ultimo bagno di sangue, la strage di Manchester.
Ne ha parlato Diego Peli, ieri in Loggia in rappresentanza della Provincia, ricordando la responsabilità dell’Occidente e i «quantitativi enormi di armi: oggi la violenza sta diventando sistema, ma la paura è il primo nemico della democrazia». Per i sindacati Cgil, Cisl e Uil Damiano Galletti ha sottolineato la necessità che «non venga mai meno l’impegno nei luoghi di lavoro e il 28 maggio in piazza contro la violenza e il terrorismo», mentre Manlio Milani, presidente della Casa della memoria, ha parlato di una violenza distruttiva che vuole rompere il tessuto democratico, per questo «dobbiamo rispondere usando gli strumenti del nostro stare insieme». La vicenda giudiziaria su piazza Loggia non è ancora conclusa, il 20 e 21 giugno, ha ricordato Milani, la Corte di Cassazione dovrà decidere su due ergastoli, chiesti dall’accusa per Carlo Maria Maggi e per Maurizio Tramonte e comminati dalla Corte d’appello di Milano.
Domenica 28 maggio in piazza Loggia la giornata sarà scandita dal ricordo. Alle 9, come ogni anno, le delegazioni depositeranno fiori davanti alla stele e la «voce narrante» sarà quella di don Fabio Corazzina, che sostituisce don Piero Lanzi, mezzora dopo nel Vanvitelliano l’incontro con i familiari dei caduti e alle 10,12, l’ora dello scoppio della bomba, gli otto rintocchi e il minuto di silenzio in omaggio ai caduti e alle 10,15 la commemorazione ufficiale, con l’intervento di Vittoria Frigo, presidente della Consulta provinciale degli studenti, Raisa Lamarai, del centro culturale islamico di Brescia e Giovanna Ventura segretaria nazionale della Cisl.
Nel fitto programma di appuntamenti, il sindaco Del Bono domani consegnerà il «Grosso d’oro» a Franco Castrezzati, «la voce della strage» l’ha definita Manlio Milani. Castrezzati, allora segretario della Cisl, il 28 maggio del ‘74 allo scoppio della bomba restò al microfono per invitare alla calma una piazza ferita a morte. E di quei giorni un altro ex sindacalista, l’assessore Marco Fenaroli, ha ricordato «l’unità tra lavoratori e cittadini: in ogni quartiere furono organizzate assemblee, ci fu una risposta dai cittadini, dai lavoratori e dai comuni alla strage».
Sabato all’auditorium San Barnaba, Casa della memoria, in collaborazione con «Il Bello d’Italia» del Corriere della Sera insieme al liceo Calini ha promosso un incontro con gli studenti bresciani su «Occidente, il diritto di strage» con Ferdinando Camon e il giornalista del Corriere Giovanni Bianconi e gli interventi del sindaco del sindaco Del Bono e del presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli.