Borrelli: siamo tra i sei migliori ma a Budapest forse non basta
La final six di Champions dopo la finale del campionato in una stagione che ha confermato ancora una volta il livello della pallanuoto bresciana. L’An Brescia, questa sera alle 20.30, sfida gli ungheresi dell’Eger per accedere alla semifinale di Champions. «Siamo contenti – spiega il direttore sportivo Piero Borelli – perché abbiamo raggiunto i traguardi che ci eravamo prefissati: la finale di Coppa Italia, la finale scudetto e l’accesso alla final six di Champions League (da oggi a sabato a Budapest). Siamo nelle migliori sei squadre mondiali visto il livello della competizione europea». In corpo un po’ di rabbia in più dopo la sconfitta (la sesta consecutiva) contro Recco. «Rappresentiamo – commenta Borelli – un’eccellenza sportiva come spesso ci viene riconosciuto dalle istituzioni, sindaco compreso, ma non basta». L’An, ci tiene a precisare Borelli, è un modello positivo. «Abbiamo una società consolidata con un grandissimo allenatore come Bovo che fa crescere e diventare bravi i giocatori. Dobbiamo ringraziare Marco (Bonometti, nda) e il presidente Malchiodi. L’anno prossimo perderemo Ubovic e Randjelovic (destinazione Orvosi Budapest), ma non cambiamo politica».
Difficile confrontarsi con budget importanti. «La pallanuoto è come la pallacanestro americana: i campioni d’Italia possono contare sui 13 giocatori più forti al mondo e li possono prendere con tanti soldi. In Champions Recco avrà a disposizione altri tre stranieri (i serbi Filipovic e Pijetlovic e lo spagnolo Molina non tesserabili in campionato, nda)». Nonostante questo, «raggiungiamo i vertici, anche se ci sono squadre che arrivano dopo di noi e spendono di più». Non possiamo, però, considerare solo la prima squadra maschile: «Il nostro movimento comprende anche la femminile, l’A2, i Master e il settore nuoto. Parliamo, complessivamente, di 550 famiglie. Facciamo anche un servizio sociale. Sforniamo tanti giovani e molti chiedono di venire qui a giocare». Alla domanda come si può migliorare la pallanuoto italiana, il ds è laconico: «Non lo so. So solo che con lo strapotere del Recco abbiamo perso la Rai, perché la pallanuoto non ha appeal. L’unica soluzione presa è stata la partita secca nei play off da giocare di anno in anno in impianti che hanno fame di pallanuoto. In finale con noi Recco aveva paura. Fino al 7 a 6 eravamo in partita. Poi il loro gol da annullare dell’8 a 6 e la conseguente espulsione ci hanno mandato in crisi. Per vincere contro di loro tutti devono dare il 110%, altrimenti al minimo errore di fronte trovi bocche da fuoco». E non perdonano.
L’An Brescia alle 20.30 sfida gli ungheresi dell’Eger per accedere alla semifinale di Champions