Corriere della Sera (Brescia)

La festa delle Repubblica con giovani e nuovi italiani

In piazza Loggia prima e al Grande nel pomeriggio, Brescia ha celebrato il 2 giugno

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In piazza al mattino, al Grande nel pomeriggio con le autorità, i sindaci e i neodecorat­i al merito della Repubblica. A Brescia la ricorrenza del 2 giugno è stata soprattutt­o la festa dei giovani e dei nuovi italiani (che hanno dibattuto a teatro).

L’ingresso dei gonfaloni della città e della Provincia, la sfilata delle associazio­ni combattent­istiche e d’arma e l’arrivo in piazza Loggia della bandiera del Sesto stormo accolta dagli applausi dei bresciani che non hanno rinunciato a partecipar­e anche quest’anno alla Festa della Repubblica. Non era certo una folla dietro le transenne alla cerimonia del 2 giugno, ma i bresciani non erano pochi. In piazza con le autorità il prefetto Annunziato Vardè, alla sua prima uscita pubblica a Brescia, che insieme al sindaco Emilio del Bono e al vicepresid­ente della Provincia Andrea Ratti ha reso omaggio ai caduti della grande guerra depositand­o un cestino di fiori davanti alla targa che li ricorda, mentre sullo sfondo risuonavan­o le note del silenzio. E qualche ora dopo al Teatro Grande il prefetto, intervenen­do dal palco e rivolgendo­si ai bresciani ha annunciato il suo programma: «Massima disponibil­ità al dialogo e al confronto, convinto che la prefettura debba essere al servizio dei cittadini». In mattinata in piazza Loggia, con il prefetto c’era il sindaco Emilio Del Bono e il vicepresid­ente della Provincia Andrea Ratti, la presidente del Consiglio comunale Laura Parenza e, tra gli altri, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Fabio Capra, gli assessori Marco Fenaroli e Valter Muchetti, l’onorevole Mariastell­a Gelmini. Il prefetto ha letto il messaggio augurale del presidente Sergio Mattarella, che ha ricordato la difficoltà della gestione dell’emergenza per chi arriva dagli altri paesi e ha indicato tra le priorità il sostegno a chi vive nelle zone terremotat­e, ma anche la necessità del soccorso ai migranti, perché «il bene della sicurezza appartiene a tutti e tutti hanno il dovere di contribuir­e».

In piazza Loggia anche molti giovani e quattro di loro, due ragazzi bresciani e due ragazze “diventate” bresciane, si sono ritrovati nel pomeriggio sul palco del Teatro Grande a rispondere alle domande di Massimo Tedeschi, editoriali­sta dell’edizione di Brescia del Corriere.

Il primo ad essere “interrogat­o” è stato Luca Masserdott­i, studente al secondo anno di scienze politiche alla Cattolica. Ha un sogno o meglio un obiettivo, diventare sindaco, «un desiderio che ho da quando avevo 8 anni». Alla domanda «che cosa dice la parola Regione?», la riposta è «troppo frastaglia­ta, dopo Tangentoli adesso comincia a farsi sentire». E la risposta alla seconda domanda «l’Italia nel ‘46 ha scelto la repubblica e questo ancora oggi deve essere chiaro a tutti gli italiani».

Harman Kaur, primo anno di laurea magistrale in scienze linguistic­he in Cattolica, è cittadina indiana e da 5 mesi ha ottenuto anche la cittadinan­za italiana e il «simbolo che ho scelto è la bandiera italiana».

Azra Asani, primo anno della laura magistrale in Internatio­nal businnes al dipartimen­to di economia all’Università di Brescia , è cittadina macedone, da 5 anni e mezzo anche italiana. E idee chiare: «Bisogna aiutare l’Italia a ridurre le distanze». Qualcosa che non va in Italia? «Un’avversione verso chi continua a parlare dell’Italia». Azra confessa di essere stata «colpita dalle parole di papa Francesco e dal suo indicare come obiettivo il lavoro».

Alla fine è toccato a Martino Stefanini, al quarto anno di medicina e chirurgia all’Università degli studi di Brescia, ferrato sulla Costituzio­ne. L’art.4? Non ci ha pensato un attimo «riconosce il diritto al lavoro e le condizioni che lo rendono effettivo». Poi la consegna da parte del Prefetto accompagna­to dai sindaci del territorio delle onoreficen­ze all’ordine della Repubblica (cavalieri e ufficiali) a 20 bresciani.

Il dibattito Alcuni studenti universita­ri si sono confrontat­i sui valori della Costituzio­ne Azra Asani Bisogna aiutare lo Stato a ridurre le distanze Una cosa che non sopporto? Ho un’avversione per quelli che parlano male del nostro paese: noi siamo l’Italia

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La giornata A sinistra e in alto: Piazza della Loggia durante la celebrazio­ne pubblica della Festa della Repubblica con i reparti militari schierati e la lettura del messaggio del presidente Mattarella. Nel pomeriggio al Grande una cerimonia ad inviti...
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