Boscaglia, il ritorno Il futuro del Brescia rimarranno i giovani
La scorsa stagione confessò: «È solo un arrivederci, Brescia mi ha regalato molto»
È ufficiale: Roberto Boscaglia torna, dopo una stagione trascorsa a Novara, sulla panchina del Brescia. Lui stesso, andandosene, aveva parlato di un arrivederci. Ieri la firma e da lunedì inizierà a lavorare in via Bazoli per costruire una squadra che garantirà visibilità ai giovani come accade negli anni della gestione post-Corioni.
In anticipo di qualche ora, perché la scelta ormai era stata presa. Con buona pace del Palermo, che un tentativo l’ha fatto ma ad oggi ha solo il blasone da offrire. Niente più. Il Brescia riparte da Roberto Boscaglia, come era ormai ufficioso da martedì sera. Da ieri mattina è ufficiale: la società si affida per un anno all’allenatore siciliano. Per l’ex mister del Novara si tratta di un ritorno dopo la stagione 2015/2016: in quel campionato chiuse all’undicesimo posto con 54 punti, portando alla salvezza una squadra sperimentale con una rosa ridotta e allestita senza fondi ma con buone intuizioni tecniche (Mazzitelli, Embalo, Kupisz, Geijo) dopo la retrocessione e la successiva riammissione nel campionato cadetto. Quando si era congedato, aveva detto che sarebbe stato un «arrivederci». «Brescia – spiegò allora – mi ha regalato molto dal punto di vista professionale, mi ha dato l’opportunità di crescere e conoscere cosa significa lavorare in una città e in un club con grandi tradizioni». Fu la prima esperienza fuori dalla sua Sicilia per un tecnico partito dal basso e fattosi strada a suon di promozioni, che ha appeso presto (a 32 anni) gli scarpini al chiodo e come tecnico ha fatto la trafila dall’Eccellenza alla serie B. Arriva da Novara dove non è riuscito a centrare l’obiettivo dei play off, fermandosi a 56 punti. Ironia della sorte, i piemontesi hanno perso di fatto le ultime possibilità di restare agganciati al treno degli spareggi promozione proprio contro le rondinelle: il 30 aprile, infatti, gli uomini di Cagni espugnarono il Piola 3 a 2 con una doppietta di Coly. Boscaglia ha (ri) accettato il progetto giovane di Sagramola. L’esperienza Cagni (in cerca di nuove sfide dopo emozioni «irripetibili») si conclude ed è riduttivo riconoscere al «carmelitano» solo l’aspetto caratteriale: ha sì ricompattato il gruppo, ma ha espresso anche a tratti un buon gioco, perché come ripete spesso «sono gli uomini a vincere, non gli schemi».
A proposito di moduli, il tecnico di Gela ama il 4-2-3-1 ma potrebbe puntare sul più redditizio 3-5-2 utilizzato nella seconda parte della stagione a Novara, anche se i numeri in realtà non gli piacciono: «Sono teorici e statici. Li ho provati tutti e non ne ho trovato uno migliore», disse nel novembre 2015, quando salì in cattedra alla Facoltà di Ingegneria: «Un buon allenatore non è quello che sa tutto. Prima di fare valutazioni tecniche e tattiche, deve partire dagli uomini. Deve conoscere che tipo di persone ci sono dietro i giocatori».
Sa benissimo cosa lo aspetta, ma forse è proprio quello che cercava: «Per trasmettere i miei principi, ho bisogno – sosteneva – almeno di un anno di lavoro. Ho la fortuna di lavorare con dei giovani, che sono vergini di insegnamenti, sono spugne che assorbono più in fretta». E a Brescia avrà molto materiale da modellare. Difficilmente, il club di via Bazoli muterà, infatti, la linea giovane degli ultimi anni. Ma Boscaglia sa come si fa. E stavolta il nuovo corso parte in anticipo rispetto a (quasi) tutti. Una tabella di marcia rispettata per sorprendere le avversarie anche sul mercato, prima di provare a farlo sul campo.
Difficilmente il club muterà la condotta di questi ultimi anni con tanti «esordienti»