«Esprimi un desiderio»: a caccia di stelle sul palco con i disabili
Al via il 13 giugno «Il Carrozzone», spettacolo itinerante in 43 comuni
Chi l’ha detto che uno spettacolo con ragazzi disabili si possa fare soltanto nella sede di una cooperativa? O nella cornice di un oratorio? Questa buona prassi porta con sé una difficoltà, quella di imbastire nuove relazioni. Ma è proprio per superare questo impasse (e per incontrare persone diverse) che è nato «Il Carrozzone»: un progetto itinerante, con ragazzi disabili e attori professionisti che per due mesi percorreranno decine e decine di chilometri, dalla Bassa bresciana fino a Ponte di Legno.
Ogni volta un comune diverso (43 le tappe previste): si parte il 13 giugno, con destinazione Pontevico (comune capofila del progetto). Per la precisione, la piazza del paese. Che è il luogo per antonomasia dove ci si incontra: ci sarà un carrozzone vero e proprio, trainato da due cavalli, che raggiungerà la piazza. Nel pomeriggio poi inizieranno i preparativi, con i bambini che in paese ci vivono i quali verranno coinvolti nello spettacolo serale, intitolato «Esprimi un desiderio». La storia è quella di un bimbo che va a caccia di stelle: un escamotage, divertente e ironico, per parlare di temi come lo stupore, il desiderio e la meraviglia. A intessere queste scene ci saranno, oltre ad alcuni ragazzini del paese, un regista, due attori professionisti, 12 ragazzi disabili (due a rotazione) che provengono dalle diverse cooperative della zona e un educatore di riferimento: il progetto, infatti, coinvolge la cooperativa sociale Il Gabbiano di Pontevico, l’Oasi di Orzinuovi, la Sorgente di Montichiari, la cooperativa Futura di Nave, Il Cardo di Edolo, gli oratori (dove dormirà la comitiva) e, con un ruolo fondamentale (anche economico), la Fobap/Anffas di Brescia.
«Dietro, certamente, c’è uno scopo inclusivo e di integrazione, ma la gente del paese non saprà chi sono gli attori. Come vedete — spiega Giovanni Farinacci (Fobap) — la parola disabili non compare sulla locandina. Volutamente». Il progetto ha un obiettivo artistico e sociale: «L’arte diventa uno spazio relazionale dove cadono le differenze». Un progetto elogiato anche dal vicepresidente della Provincia, Andrea Ratti: «È positivo che le nostre comunità siano invase da questa esperienza: sarà di grande stimolo».