Cascina Parco Gallo non apre in estate Lavori da settembre
Avrebbe dovuto riaprire i battenti a giugno inoltrato, ma la Cascina Parco Gallo è ancora chiusa. I nuovi inquilini — la cooperativa Arborea, l’associazione Cieli Vibranti e lo studio Rizzinelli Vezzoli — vogliono ristrutturare ogni centimetro della cascina. La Loggia non ha ancora ricevuto un progetto, consegnerà le chiavi a settembre.
Nel menu, pranzi di lavoro e caffè espresso: i primi piatti saranno pronti a dicembre. Cascina Parco Gallo, la scenaè desolante: ventilatori spenti, ombrelloni chiusi e sedie impilate sul retro. Lo chalet, chiuso a gennaio dopo lo sfratto esecutivo dell’associazione Bresciattiva, avrebbe dovuto riaprire a giugno inoltrato. I camerieri, però, inizieranno a servire ai tavoli a fine anno: i nuovi inquilini — la cooperativa Arborea, l’associazione Cieli vibranti e lo studio Rizzinelli Vezzoli — vogliono ristrutturare ogni centimetro della cascina.
La Loggia, che ancora non ha ricevuto le bozze del progetto, consegnerà le chiavi a settembre: i lavori inizieranno quando la proprietaria delle attrezzature, Coopassistance, farà trasloco. Lavagne, armadietti, tavoli, sedie e ombrelloni devono essere smontati e portati altrove.
Tra articoli, cavilli e note a piè di pagina del contratto che Arborea ha firmato con il Comune, cifre, metri quadri a disposizione e data di scadenza dell’affitto: 37.700 euro l’anno fino al 2026 (339.300 euro in nove anni) per 720 metri quadri di superficie coperta, oltre ai 400 di giardino. In una postilla, la possibilità di scalare 150 mila euro in cambio di lavori di ristrutturazione (per la stessa cifra): è quello che la nuova gestione ha pensato di fare. Bozze, planimetrie e disegni devono ancora essere inoltrati alla Loggia: il progetto dello studio Rizzinelli e Vezzoli prevede ristorante e bar con veranda (deve ricevere l’autorizzazione della Soprintendenza) oltre a uno spazio per conferenze, conversazioni letterarie, perfomance.
I nuovi inquilini prenderanno in ostaggio la Cascina con l’arte: Cieli vibranti ha in programma letture di prosa, vernici, incontri con l’autore, suggestioni di teatro e danza. In cucina e dietro al bancone del bar, a turno, i venti dipendenti della cooperativa Arborea (diretta da Mario Fappani): tra loro, ci sono sette detenuti in attesa di libertà.
Lettere al cianuro, incontri con gli avvocati, bandi contestati e poi cestinati e sentenze definitive: l’oasi è sempre stata fertile di polemiche. Nel 1994, lo chalet è stato affidato alla Compagnia del Parco di Giancarlo Bianchetti. Gli inquilini ci sono rimasti fino al 2011: il rapporto con la Loggia è finito con un ricorso al Tar e un altro al Consiglio di Stato (la Loggia ha vinto tutte le cause). Bresciattiva è entrata nello chalet due anni dopo: stessa storia. I nuovi affittuari, che pagavano 5 mila euro al mese, chiedevano di occupare anche il primo piano. L’alternativa, in caso di rifiuto: lo sconto sul canone. Il Comune, a entrambe le richieste, ha risposto no grazie. Lo sfratto esecutivo è arrivato a novembre 2016, con un’ordinanza di sgombero.