Sparò a chi voleva rubare la droga La polizia arresta un 27enne
Non è stato facile. In un gioco (illecito) in cui capita che vittima e carnefice siano la stessa persona a seconda delle situazioni. Come quando, la sera del 26 settembre scorso, due ragazzi senegalesi varcano di corsa la soglia del pronto soccorso alla clinica Sant’Anna: il terzo, che vive in provincia, lo sorreggono per le braccia. Non può camminare, gli hanno sparato a una gamba.
Questione di droga e di soldi. Di criminalità più o meno organizzata e «manovalanza» ribelle. Con la preziosa collaborazione dei colleghi di Pavia, competenti per territorio, la squadra Mobile della questura di Brescia, coordinata dal dirigente Alfonso Iadevaia, ha chiuso il cerchio. In manette, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Pavia Carlo Pasta, è finito un ragazzo di 27 anni: origini calabresi, residenza a Pieve Emanuele nel Milanese e una lunga lista di precedenti. Risponde di lesioni aggravate (il pm Roberto Valli gli contestava il tentato omicidio), detenzione e porto abusivo di arma da sparo. Lo stesso che ha innescato l’inchiesta.
«Cos’è successo?» chiede la polizia dieci mesi fa a quel giovane senegalese ferito. Che all’inizio non ci pensa proprio, come pure gli amici, a raccontare la verità. L’avrebbe messo nei guai. In una prima fase riferiscono di una sparatoria al parco Gallo, anzi no, alla stazione ferroviaria, comunque in città. Giusto per depistare un po’. Ma le celle telefoniche li agganciano altrove. Non resta che iniziare a parlare. Il colpo di pistola quella sera di settembre parte a Casorate Primo (Pavia), durante una trattativa per la cessione di due chili di cocaina che un gruppo di senegalesi, tra i quali la vittima, tenta di sottrarre al 27enne indagato (e a un complice ancora ignoto) che peraltro secondo gli investigatori risulta legato a personaggi di spessore attivi in traffici internazionali di droga: calabresi che si muovono nell’hinterland milanese, alcuni già arrestati anche dalla Dia. Il 27enne reagisce all’oltraggio esplodendo cinque colpi di pistola: uno si conficca nella gamba della vittima, a sua volta indagata (poi il caso è stato archiviato) per legami con un altro gruppo di connazionali spacciatori che hanno base nel milenese. Non è una novità, infatti, il tentativo di approvvigionarsi degli stupefacenti con la truffa: rubando o pagando con banconote false. Già in fase di indagine sono finiti in manette due senegalesi (legati alla vittima) condannati per falso e rapina: in un appartamento di Milano sequestrate mazzette di denaro e un passaporto falsi.