«Coperte in terra e stanze sovraffollate: si fermi il business dell’accoglienza»
L’assessore Bordonali entra in via Bocchi dove vivono 50 profughi
«Sono così tanti che tre giorni fa, di sera, alcuni dormivano in giardino: li ho visti con i miei occhi», racconta Piero, un ingegnere di Brescia che abita in via Bocchi. A fianco della palazzina sovraffollata adatta a centro di accoglienza per richiedenti asilo: la cooperativa Ekopra, che li gestisce, è autorizzata per ospitare 36 profughi «ma qui dentro — spiega Simona Bordonali — sono in cinquanta: gli ospiti stessi ce lo hanno confermato».
Ieri l’assessore regionale con delega all’Immigrazione (insieme a Fabio Rolfi e Massimo Tacconi della Lega Nord) sono entrati nella palazzina per vedere di persona la situazione: «confermo le segnalazioni dei vicini, in alcune stanze — racconta Bordonali — c’erano persone che dormiva su coperte in terra. I posti che funzionano esistono, come il Pampuri, mentre qui non vanno nemmeno a scuola». Una condizione di «abbandono a se stessi di cui informerò subito la prefettura» è la promessa dell’assessore Bordonali, che invita l’Ufficio di governo del Territorio a «istituire al più presto tavoli di controllo, visto che c’è chi specula sul business dei profughi».
Accuse respinte dalla presidente della cooperativa, Magda Nassa, che prova a gettare acqua sul fuoco: «qui dentro non vivono 50 persone. Può capitare che nei giorni in cui alcuni partono e altri sono appena arrivati — sostiene — siano oltre il numero consentito». Una situazione temporanea, sostiene lei. Anche se i profughi stessi hanno riferito, alla Bordonali, che all’interno sarebbero in cinquanta e che alcuni letti sarebbero stati spostati». La cooperativa ha in gestione 82 richiedenti tra Desenzano, Brescia, Fiesse e Padenghe, «ma quello di via Bocchi — sostiene Rolfi —è un caso di aspiranti profughi abbandonati a se stessi. E allora a cosa serve la cooperativa? I vicini ci hanno informato, ritengon impossibile che la Loggia non sapesse nulla di queste segnalazioni». Un vicino di casa conferma di aver chiamato anche ieri l’assessore Valter Muchetti: ora si attendo risposte.
«E questa sarebbe l’accoglienza diffusa? Nessuno controlla» dice il consigliere Massimo Tacconi, che promette un’interrogazione in consiglio comunale. (m.tr.)