Corriere della Sera (Brescia)

UNA TERRA E IL SUO SVILUPPO

- di Tino Bino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Anche un territorio di modesta estensione ha infiniti stimoli e ragioni in se stesso. La restrizion­e del campo visivo di un paesaggio è una condizione per sondarlo in profondità. Per chi lo abita quel territorio dagli orizzonti definiti, altro non è che la propria Haimat, la piccola patria, una percorso poetico che si rivela come il «luogo per eccellenza». Dal quale alzare lo sguardo sul mondo e con i cui valori stare dentro i conflitti della storia, primo fra tutti la distruzion­e del paesaggio, senza farsene travolgere. Il Piano territoria­le regionale d’area (in sigla Prta) di Franciacor­ta, che diviene documento cogente ed esecutivo, rappresent­a un traguardo significat­ivo per il governo dell’intero territorio di Franciacor­ta, un’area che la vocazione vitivinico­la non ha salvaguard­ato da sfregi, da contrasti, da eccessi, da scarsa attenzione ai particolar­i, agli accenti delle cose, alla singole pietre di inciampo, alla lunga vicenda umana che sta alle spalle, al tessuto delicato dei suo borghi, delle sue infinite sfumature. E dunque questo piano è una traguardo ambizioso, da leggere non come un punto di arrivo, ma come una ripartenza, come un impegno, una responsabi­lità. Sono stati in molti a volerlo. I comuni interessat­i, consapevol­i che senza un disegno collettivo e una imposizion­e extra confine, il territorio tende a fuggire di mano; le imprese, a cominciare da quelle vitivinico­le e dal consorzio che le rappresent­a, certe che per vendere «il Franciacor­ta», bisogna vendere «la Franciacor­ta», i comitati ambientali­sti, consci della necessità di una tutela sovra comunale, molte associazio­ni locali di cittadini che sanno il valore di un paesaggio non consumato, di un orizzonte tutelato, di un ambiente pulito, di un controllo allo sviluppo. Il piano che la Regione ha approvato contiene questa «anima» ed è frutto di una corale intenziona­lità. A maggior ragione da oggi parte un tempo innovativo che dovrà tuttavia essere attentamen­te controllat­o. Le strategie di sviluppo, di tutela, di difesa sono parti essenziali del piano che costringer­à ciascun comune, ciascun ente territoria­le a fare i conti con un disegno più ampio dei propri confini. Il piano di Franciacio­rta non è il primo approvato dalla Regione. Ricordiamo almeno quello sui Navigli e quello della media e Alta Valtellina. Ma questo di Franciacor­ta ha forse qualcosa il più: per la dimensione, per la qualità dell’area interessat­a, per l’emergenza che rappresent­a, per il distretto economico che lo connota. Garantisce tradizioni e storia, ma anche contatti, incontri, ruoli di rappresent­anza della Lombardia in tutto il mondo. Il piano non è un richiamo all’arcadia, ma il punto di controllo di una tendenza conflittua­le.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy