Del Bono e stranieri: «Siano più partecipi alla vita pubblica»
Se l’ex presidente Aib Marco Bonometti aveva dato un bel sette e mezzo al sindaco Del Bono, ieri sera alla festa Cgil il segretario della Camera del Lavoro Damiano Galletti ha preferito esprimere un giudizio più articolato sintetizzabile in questo modo: meglio questa amministrazione di quella precedente, soprattutto su temi quali l’immigrazione, ma troppa timidezza su diritti civili e relazioni sindacali definite dal segretario Cgil «sporadiche», non perché i sindacati debbano decidere dell’amministrazione pubblica, ma perché un dialogo con i cosiddetti corpi intermedi su temi quali lavoro, migrazioni, trasformazioni produttive, riqualificazione e tutela del territorio può essere solo positivo in un’epoca di grandi mutazioni come quella attuale.
Stimolato dalle domande della direttrice del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, il sindaco (entrambi reduci dal dibattito del pomeriggio con l’ex premier Matteo Renzi) ha detto che la democrazia è pazienza e non vuole scorciatoie.
Ha citato l’esperienza positiva dei consigli di quartiere e le esperienze dei tavoli partecipati quali il parco delle cave e Campo Marte. «Hanno rallentato la decisione - ha chiesto il sindaco - o l’hanno resa più forte?».
E questo per il sindaco vale anche nel rapporto con i sindacati e i corpi intermedi in genere. Sul tema migratorio Del Bono ha detto che «bisogna lavorare soprattutto sulla laicizzazione dei rapporti e sulla partecipazione alla vita pubblica» sapendo che la gran parte degli immigrati vogliono vivere e lavorare tranquillamente, esattamente come gli italiani.
I richiedenti asilo? «No a farli dormire in alberghi e lavori di pubblica utilità ha detto il sintesi -, ma bisogna dirsi che in questo momento le leggi italiane non aiutano questo percorso».
«Che il sistema dell’accoglienza attuale non funzioni — ha osservato Damiano Galletti — è chiaro. Che il governo dovrebbe premiare e incentivare politiche di inserimento e di inclusione, sapendo che di immigrati ne abbiamo bisogno, lo dice innanzitutto la demografia».