Nel ciclo idrico perdite oltre il 40 per cento
Zemello (Ato): criticità in Franciacorta e Alto Garda
Sull’alto Garda, laddove oltre alle abitazioni di recente costruzione non si sono posate nuove tubature per gli acquedotti, lo spreco idrico raggiunge il 55 per cento. Ma la situazione è preoccupante anche in Franciacorta, dove le perdite d’«oro blu» sono quasi doppie rispetto alla città. Per questo le multiutility di riferimento (A2A, Garda Uno e Aob2) hanno deciso di correre ai ripari: i primi interventi costeranno 15 milioni.
L’emergenza idrica è così forte, quest’anno, che i campi agricoli soffrono la siccità e a Roma si raziona la distribuzione dell’acqua potabile. Ma se nella capitale si perdono 44 litri ogni cento immessi nella rete, a Brescia città il dato idrico è più contenuto (22%). E tuttavia, basta dare un occhio alla provincia per capire che la perdita negli acquedotti pesa per il 40%.
Garda Uno è la società che più soffre di questi problemi, soprattutto nell’Alto lago dove i tubi dell’acquedotto non riescono a far arrivare nelle case nemmeno la metà dell’acqua trasportata. «Sarebbe importante scendere al 20-25% di perdite, — spiega Massimo Faini, direttore del Ciclo idrico di Garda Uno — pensare di ridurle al 2-3% è quasi impossibile». Un ragionamento condiviso anche da Marco Zemello, direttore dell’Ato di Brescia: «La media provinciale del 40% è un dato di perdita importante. Sotto il 20-30% — dice — spesso non si interviene perché si preferisce investire i fondi per priorità maggiori». Che nel caso di Brescia sono soprattutto il sistema fognario e la depurazione, le cui carenze (si pensi alla Val Trompia) riempiono le pagine della procedura di infrazione avviata anni fa dall’Unione europea. Attenzione, però: i gestori hanno già preventivato diversi investimenti sul doppio fronte delle perdite d’acqua e della posa di nuovi tubazioni. Ad esempio, nei prossimi tre anni A2A spenderà più di 8 milioni, Acque bresciane 3 milioni, Garda Uno 3,3 milioni, per un totale complessivo che supera i 15 milioni. Ma dove si annidano le maggiori criticità?
Preoccupa la situazione del lago di Garda, ma anche quella di alcuni comuni della Franciacorta. «In generale — osserva Zemello — i problemi sono direttamente proporzionali alle zone dove c’è stata una forte urbanizzazione negli ultimi vent’anni». In questi casi, non sempre la rete idrica è stata realizzata dal gestore. Ma è chiaro che il boom del mattone (soprattutto nelle zone turistiche) ha determinato un’impennata dei volumi di acqua richiesta.
«Quello della quantità è un problema che è stato spesso sottovalutato, ma l’acqua non è un bene inesauribile» ragiona il direttore dell’Ato. Lui, che di professione è geologo, sa che la falda che scorre sottoterra collega più comuni: «l’acqua non ha confine» e ciò significa che i i bisogni idrici di un territorio — così come i suoi pozzi — vanno considerati al di là dei confini amministrativi dei comuni.
Nel caso dell’Alto Benaco, le criticità sono stratificate negli anni: il sistema delle tubazioni è frutto di epoche diverse, risalenti anche al XIX secolo. «E spesso — spiega Massimo Faini — all’epoca non si programmava nel costruire». Gli Austriaci, infatti, usarono la ghisa a fine Ottocento (e le tubazioni esistono ancora), nel dopoguerra c’erano raccordi in piombo, poi è stato usato il ferro, mentre i tubi in plastica più vecchi erano poco resistenti agli urti: insomma, se le tubature perdono, le cause sono molteplici. A Desenzano, qualche anno fa, sono stati fatti diversi lavori per portare l’acqua da Sirmione verso Rivoltella, mentre nei prossimi anni sono previsti investimenti a Gargnano e Gardone Riviera. Nelle zone turistiche, l’aumento di domanda idrica comporta anche un innalzamento di pressione che mette in difficoltà i tubi più vecchi.
L’acqua, spesso, viene utilizzata per gli usi più disparati, quasi senza accorgersene: doccia, sciacquone, lavatrice, usi alimentari. E se in Italia la media è di 245 litri a testa (al giorno), a Brescia città A2A calcola che il consumo raggiunga i 320 litri, tenendo conto dei residenti e delle dispersioni.