Acciaio, multe da 83 milioni
IL PROVVEDIMENTO DELL’ANTITRUST
Maxi sanzioni da 83 milioni di euro dell’Antitrust a sei acciaierie bresciane (otto in Italia) che dal 2010 al 2016 avrebbero formato un cartello concertando i prezzi di vendita di due prodotti.
Stangata dell’Antitrust sulle big dell’acciaio bresciano. Secondo l’autorità garante della concorrenza, dal 2010 al 2016 hanno formato un cartello limitando il confronto competitivo e definendo in modo concertato i prezzi di vendita di due prodotti per l’edilizia: il tondo per cemento armato e la rete elettrosaldata. Tutto a danno della domanda rappresentata dal settore edile in violazione dell’articolo 101 del trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Per questo, al termine di un’istruttoria avviata a ottobre 2015 e più volte ampliata, l’Antitrust ha sanzionato otto acciaierie, di cui sei bresciane, con 142,8 milioni di euro di multa: 83 milioni di sanzioni per le bresciane.
Secondo l’Antitrust, le acciaierie, che coprono più dell’80% dell’offerta dei due prodotti per l’edilizia, hanno sfruttato le riunioni dell’associazione Nuovo Campsider e le riunioni della commissione Prezzi prodotti siderurgici della Camera di Commercio di Brescia per condividere informazioni sensibili sui prezzi di acquisto della materia prima (rottame ferroso) e sui piani produttivi.
Le sanzioni sono state quantificate con criteri di «durata» (per quanti anni la singola acciaieria ha preso parte all’accordo) e di fatturato specifico (vendite dei due prodotti per singola acciaieria). Quella più alta è arrivata a Ferriere Nord (Udine), multata per 43,5 milioni di euro (il 4% del fatturato 2016). Maxi stangata anche per la bresciana Alfa Acciai di Ettore Lonati e Amato Stabiumi, 30,4 milioni di euro, il 5% del fatturato 2016. La Feralpi Siderurgica di Lonato ha ricevuto una multa da 29,4 milioni (3% dei ricavi), 15 i milioni che dovrà pagare la milanese Riva Acciaio spa. Seguono, con 10 milioni di multa, la Ferriera Valsabbia di Odolo (4% del fatturato) e, con 7,09, la Ori Martin in città (2% dei ricavi). E ancora 6,35 i milioni della sanzione comminata alle Industrie Riunite Odolesi (5% del fatturato). Per Stefana, in concordato preventivo da dicembre 2015, la sanzione è stata ridotta a 119.948 euro.
L’istruttoria è stata avviata a seguito della segnalazione del liquidatore di una società per la rivendita di prodotti d’acciaio per l’edilizia che denunciava «l’esistenza di un cartello tra le imprese nazionali produttrici di tondo per cemento armato finalizzato alla fissazione congiunta per il prezzo di vendita all’ingrosso». Le multe dovranno essere pagate entro novanta giorni, poi scatteranno gli interessi di mora. Fra le aziende colpite, la Feralpi già annuncia il ricorso al Tar contro una sanzione «Profondamente ingiustificata e inaccettabile». La Feralpi sottolinea come l’Autority finisca per contestare una normale procedura della Camera di Commercio come le periodiche riunioni della commissione prezzi. Attività istituzionali mai oggetto di contestazioni. «Feralpi - spiegano i vertici dell’azienda in una nota — sostiene la totale regolarità dei lavori svolti all’interno delle commissioni camerali nell’interesse del mercato».
La replica Feralpi: «Pronti a fare ricorso al Tar. Normale attività della Camera di Commercio»