Anziani a rischio disidratazione: non stiano da soli
Il professor Poli: dopo 3 giorni oltre i 32 gradi c’è il rischio disidratazione
Le ondate di caldo africano, traghettate prima dall’anticiclone Caronte e poi da Lucifero stanno investendo la nostra Penisola portando le temperature ai picchi massimi stagionali. L’allerta è alta, perché non si ripeta la tragica estate del 2003, quando il gran caldo causò migliaia di decessi tra la popolazione anziana. Ne parliamo con il prof. Andrea Poli, presidente e direttore scientifico di NFI (Nutrition Foundation of Italy).
«Gli anziani sopportano male le ondate di calore — esordisce Poli — quando la temperatura esterna supera i 32 gradi per tre giorni o più consecutivi» spiega Poli, ed aggiunge che il pericolo in agguato è la disidratazione e le patologie direttamente causate dal calore (l’ipertermia ed il colpo di calore). Ma aumentano anche le malattie cardiovascolari, l’insufficienza renale e i quadri di delirio.«Le ondata di calore sono pericolose soalla prattutto per l’anziano fragile che vive da solo, con un basso livello socioeconomico, specie se portatore di patologie croniche. Ovviamente, il rischio è maggiore per chi risiede in edifici mal isolati o non condizionati. Gli anziani che vanno seguiti più attentamente sono quelli con scarsa efficienza fisica e mentale».
Come si manifesta la disidratazione?
«I primi segni della disidratazione sono facilmente riconoscibili ed includono una riduzione del tempo di attenzione, l’abbassamento della pressione arteriosa, la secchezza della lingua e delle membrane mucose; anche la pelle tende a seccarsi e si urina di meno».
Quali sono le bevande consigliate?
«Qualunque bevanda è in grado di apportare acqua e di reidratare l’organismo. Tutte le persone anziane dovrebbero consumare ogni giorno almeno 2 litri di acqua, latte o succo di frutta. È necessario invece abolire o ridurre al minimo le bevande alcoliche mentre è utile il ricorso ad integratori salini bilanciati, specie per chi suda molto. Nelle persone anziane autonome i pasti e il consumo di liquidi che potremmo definire “sociale”, come il bere qualcosa con amici o parenti nelle diverse ore della giornata, permettono, in genere, di raggiungere gli obiettivi quotidiani di idratazione. Tuttavia, circa il 25% degli ultraottantenni beve meno di 1 litro di acqua o altre bevande al giorno; in presenza di un’ondata di calore inatteso questi valori possono rivelarsi eccessivamente bassi e portare disidratazione».
Quale dieta consigliare in queste giornate di gran caldo?
«Deve essere ricca di frutta e verdura, sia per reintegrare i sali persi con la sudorazione che per contrastare lo stress ossidativo che aumenta con il caldo e la luce solare diretta; si dovrebbe anche mangiare un po’ meno poiché il fabbisogno energetico tende a ridursi per la minore esigenza di mantenere, tramite la termogenesi, la temperatura corporea».
Cosa altro consigliare agli anziani per aiutarli a sopportare meglio il gran caldo?
«Cose purtroppo ovvie: cercare ambienti freschi e possibilmente condizionati (è meglio qualche doloretto muscolare di un colpo di calore), non restare, se possibile, soli (in compagnia si bevono più liquidi e si tende ad alimentarsi in modo più corretto)».
Proteggersi dal caldo significa però anche “coprirsi”, spiega Poli, che consiglia di utilizzare cappelli per proteggere il capo dal sole e occhiali scuri per difendere gli occhi dai raggi abbaglianti, di indossare abiti di seta o lana leggera che riparino la cute, facilitandone la traspirazione. A tal fine è utile ricordare di non utilizzare tute fatte esclusivamente con tessuti sintetici. «L’attività fisica, intesa soprattutto come passeggiate all’ aria aperta» ricorda Andrea Poli «rimane notevolmente importante e quindi non deve essere sospesa; certamente non bisogna svolgerla durante le ore più calde della giornata e deve essere bilanciata da un ulteriore assunzione di liquidi. Le persone che hanno terapie in corso, non devono sospenderle di propria iniziativa e, se capita qualcosa di inatteso, devono piuttosto contattare il proprio medico. Nel paziente anziano alcuni farmaci come gli antidepressivi, gli antiipertensivi e quelli anti Parkinson, tendono a sopprimere la sete, con conseguenze, d’estate, da non sottovalutare».
Le città in estate si vuotano. Come organizzarsi per rimanere vivibile per gli anziani in questi giorni di gran caldo?
«Certamente nei giorni più caldi e durante quelli festivi tali problemi sono accentuati e spesso l’anziano si trova ancor più isolato, senza punti di appoggio o di riferimento. Credo che le nostre strutture di emergenza siano nel complesso ben funzionanti. Quello che manca d’estate, a molti anziani, è forse soprattutto la possibilità di avere qualcuno con cui passare il tempo, la solitudine pesa molto nelle lunghe giornate estive. Un servizio di volontariato solidale, orientato a questi problemi, potrebbe fare la differenza per molte persone di una certa età. A tal fine è utile creare dei veri e propri centri di aggregazione per le persone anziane in luoghi che siano i più vicini alla loro quotidianità e abitudini».
Certamente è importante non considerare mai l’ospedalizzazione come un punto di appoggio. I devono luoghi di cura devono rimanere tali anche nei periodi di «caldo record» ed essere utilizzati solo in maniera appropriata».
La dieta Si dovrebbe mangiare un po’ meno ma aumentare il consumo di frutta e verdura