L’ultima sfida di Stefano: «Così ho preparato la vittoria negli Usa»
È un’esperienza che consiglierebbe a molte persone. Non ha dubbi Stefano Migliorati quando parla del suo percorso di maturazione sportiva e umana negli Stati Uniti. «È stato molto formante. Ha comportato — racconta — qualche piccolo sacrificio, ma mi ha regalato grandi soddisfazioni». Quando è partito con una borsa di studio, ha accettato «la sfida» di mettersi in gioco per cercare il salto di qualità nel mezzofondo. «Ho dovuto affrontare alcune difficoltà che mi hanno rafforzato sul piano psicologico e mi hanno aiutato a crescere dal punto di vista umano».
L’atleta di Calvisano nato nel 1994 preferisce non fare paragoni con il movimento italiano. Ha trovato «strutture dell’altro mondo. Non penso di aver mai visto centri sportivi così attrezzati». E pensare che, quattro anni fa, da giovane promessa dell’atletica, proprio dalle colonne del Corriere della Sera aveva denunciato la mancanza di una pista per l’allenamento: era, infatti, costretto a scendere in strada, sull’asfalto.
Tra le differenze con l’Italia, c’è il ruolo dell’istruzione: «Gli Usa hanno un approccio allo sport direttamente legato all’ambito scolastico. Questo permette di portare avanti non semplicemente un piano ‘b’, una volta terminata la carriera, ma una vera e propria laurea».
Oltre all’entusiasmo bisogna anche registrare i notevoli progressi raggiunti, testimoniati dal successo al Campionato italiano assoluto degli 800 ottenuto all’inizio di luglio. «Quel minuto e mezzo di fatica — ha scritto sul suo profilo Facebook — è davvero valso la mia più grande soddisfazione sportiva. Sono riuscito a ottenere una medaglia inseguita per sette anni. Negli ultimi cento metri ho rivissuto ogni sconfitta, ma questa volta non potevo perdere». Quanto alla preparazione, l’allenatore Alfredo Febbrari ha predisposto un programma di massima (sette giorni su sette) seguito poi a Greenville (Carolina del Nord) da coach Weaver. «Uno si occupa più del piano tecnico, l’altro di quello psicologico». Weaver, dopo aver visto i risultati del 2013, ha pensato di investire su questo talento tesserato per il San Rocchino: «Mi sembra di aver ripagato le sue aspettative: sono il campione in carica della nostra Conference; sono sempre salito sul podio e ho raggiunto i campionati universitari americani». Il contesto aiuta a migliorare. «Il contatto con ragazzi di altre culture offre una diversa apertura mentale».
Ora, nella prossima stagione all’aperto, Stefano è chiamato a conquistare i pass per le finali Ncaa per poi tornare in tempo in Italia per i Campionati italiani e per quelli europei: «Inizieremo a lavorare con un’intensità maggiore per raggiungere gli obiettivi prestabiliti».
Allenamento e istruzione Gli Stati Uniti hanno un approccio allo sport legato alla scuola: questo ti permette di laurearti