Sui campi di battaglia una lapide celebra la tregua
La scoperta di due ricercatori bresciani e un loro collega sull’altopiano dei Sette comuni
Freschi di stampa due libriccini — solo 100 pagine — per chi voglia visitare i luoghi della Grande Guerra, vedere camminamenti e trincee, avvicinarsi a lapidi e ricordi.
Uno è dedicato ai monti Chiesa e Frno; l’altro al Monte Zebio. Ambedue si presentano come una «Guida ai campi di battaglia dell’Altopiano dei sette comuni».
Utili per un pellegrinaggio o per approfondire pagine di storia, in quelle terre un tempo insanguinate. Autori gli storici Stefano Aluisini, Mario Busana e Ruggero Dal Molin (i primi due sono bresciani) noti per offrire una ricca, inedita documentazione fotografica bellica: campi di battaglia (ieri ed oggi), l’interno delle cannoniere, ruderi di fortini, grotte e trincee nelle quali visse, combatté e morì il soldato italiano ed austriaco.
Ci sono i sacrari ed i monumenti eretti nel corso del secolo e le indicazioni per come raggiungerli. E ancora: cartine che rendono chiara la situazione militare prima di una battaglia.
Non mancano documenti curiosi.
Ecco ad esempio il cippo in pietra posato nel 1976 sul monte Forno. La scritta scolpita nell’italiano delle lapidi dice: «Qui nel lontano inverno 1916-1917 causa una grande nevicata, tregua d’armi tra Alpini della 62° compagnia Battaglione Bassano e soldati austriaci scambio pane con sigarette — taglio legna a zona neutra — rubato segone a nemico. Ambrosini Marco ed amici incontrando ad Asiago l’ex nemico Karl Fritz di Graz rievocando l’episodio con reciproca simpatia questo ricordo posero. Asiago Monte Forno 15 settembre 1976».
Verso il borgo detto Mina della Botte ci sono due lapidi. Su una è scolpito «130° fanteria». Poi in latino «Et morte appetunt libentes».
Interessate e ricco di notizie anche il secondo volumetto che offre cinque 5 itinerari lungo il monte Zebio. Colpisce sopratutto la storia dell’Aiutante Maggiore del 151°reggimento, il capitano Giuseppe Tommasi. Partecipò assieme a due altri fratelli, Antonio e Pietrino, al conflitto, nonostante la famiglia avesse perso il quarto figlio ancora adolescente. Ai genitori non vennero risparmiati nuovi lutti.
Anche Antonio e Pietrino, entrambi ufficiali caddero sul campo di battaglia. Il capitano dedicherà alla povera madre distrutta dal dolore il suo diario di guerra.