Scuola, vuote quasi 2000 cattedre
Le carenze principali nel sostegno, mancano anche 28 presidi. Maviglia: risolveremo in fretta
Doveva essere meglio dello scorso anno, ma alla fine, quando oggi suonerà la prima campanella, tante cattedre resteranno vuote: per ora sono quasi duemila. Anche il dirigente Mario Maviglia non se lo aspettava: «Non credevo fossero così tante, ma possiamo attingere all’organico potenziato, ma nel giro di una settimana contiamo di risolvere la situazione». Le carenze principali sono per il sostegno: gli insegnanti andranno presi tra quelli che non hanno una specializzazione specifica. Negli istituti bresciani mancano anche 28 presidi.
Rispetto allo scorso poteva solo andare meglio, e così è stato, ma anche quest’anno il via alla prima campanella (oggi per la gran parte delle scuole) è accompagnato da non poche cattedre scoperte, 1.889 per la precisione. Questo almeno quanto risultava fino a ieri all’ufficio scolastico territoriale dopo le operazioni di nomina dei docenti a tempo indeterminato e dei supplenti annuali. Non tutte sono cattedre piene da 18 ore in classe, ma la gran parte sì, soprattutto sul sostegno. Nella scuola dell’infanzia risultano vacanti 3 cattedre in posto comune e 78 nel sostegno, alla primaria 52 in posto comune e 369 nel sostegno, nella secondaria di primo e secondo grado rispettivamente (il dato non è distinto) 771 e 586 cattedre. Da ieri i dirigenti scolastici hanno iniziato a coprire questi buchi, ai quali aggiungere peraltro le nomine per malattia, maternità o altro ancora. Insomma, per i 160 mila studenti circa della scuola statale (più altri 30mila delle paritarie) l’inizio d’anno appare ben più travagliato di quanto veniva immaginato fino a qualche giorno fa. «Onestamente non mi aspettavo un numero così alto di cattedre scoperte - afferma il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Mario MaviBuona glia -. È evidente che le scuole hanno ora la necessità di attivarsi per coprire tutti i posti in tempi rapidi. L’unico aspetto positivo è che c’è qualche giorno di tempo a disposizione per l’assestamento». Il riferimento è all’organico potenziato, al fatto cioè che nelle scuole (effetto della legge sulla Scuola) c’è un numero di docenti superiore rispetto a quanti devono restare effettivamente in classe. «Nei primi giorni riusciranno a far fronte ai buchi di organico con le risorse interne — spiega il dirigente — ma è evidente che questa è una situazione che può durare una settimana, certo non a oltranza». Anche perché l’organico è potenziato per migliorare l’offerta formativa, non certo per coprire i buchi di personale. In parte questi problemi erano attesi, soprattutto nel sostegno, ma non in queste dimensioni. «Abbiamo un problema di personale specializzato sul sostegno», ricorda Maviglia. Tradotto: pochi docenti con titolo di specializzazione il che significa che le graduatorie sono corte e si svuotano subito. A rimetterci sarà in particolare l’utenza debole, chi ha bisogno di personale dedicato e preparato. Come si ovvierà a questo problema? Nominando
in tempi rapidi docenti di posto comune, senza quindi alcuna specializzazione sul sostegno. A rilevare la situazione critica anche l’assessore regionale all’Istruzione Valentina Aprea: «Registro la criticità delle cattedre scoperte, anche se si tratta di una competenza statale e critico le modalità di selezione e di utilizzo dei docenti: non è possibile assumere docenti dalle graduatorie permanenti sapendo che le graduatorie di materie scientifiche o di sostegno sono esaurite in Lombardia da molti anni. Il Ministero avrebbe dovuto provvedere per tempo a una formazione e selezione di nuovi docenti di matematica, di materie scientifiche e di sostegno e favorire una soluzione diversa». Nel frattempo, ampiamente previsto, c’è anche il problema dei dirigenti scolastici costretti alla reggenza: dopo l’ultimo concorso, grazie al quale (dopo giro di ricorsi) finalmente per un breve periodo tutte le scuole bresciane hanno avuto il loro dirigente, oggi per effetto dei pensionamenti il numero di istituti senza preside di ruolo sta lievitando. In provincia di Brescia le scuole in questa situazione sono praticamente una su cinque, 28 per la precisione, in una delle quali (istituto comprensivo Polo Ovest di Lumezzane) non c’è stato il reggente fino a ieri. «Rispetto allo scorso anno i posti vacanti nella scuola sono molti meno — osserva la segretaria della Cisl Scuola Luisa Treccani —, di sicuro la macchina organizzativa ha funzionato meglio, ma i problemi alla primaria e sul sostegno erano attesi». Forse, come ha detto Maviglia, non però in questa misura. A completare il quadro anche il nodo vaccinazioni. Il numero dei refrattari a qualsiasi vaccinazione è circa il 3% del totale, circa 5.700 bambini, ma si arriva a circa 40 mila se si considerano anche quelli che o hanno saltato qualche vaccinazione o non hanno fatto un richiamo. Una situazione complicata, che insieme alle cattedre vuote potrebbe essere buon argomento di riflessione per la doppia inaugurazione dell’anno scolastico che ci sarà oggi in provincia di Brescia. La prima, a carattere regionale, avverrà nell’istituto comprensivo di Borno alla presenza del dirigente regionale Delia Campanelli. La seconda, a carattere provinciale, sarà invece all’istituto comprensivo di Bagolino.
Maviglia Nei primi giorni le risorse interne copriranno i buchi