Un corso per il Castello svelato dagli speleologi
Gli studi e le mappe sulla fortezza grazie al gruppo di Speleologia attivo da 35 anni
Molto di quello che i bresciani sanno del Castello sul colle Cidneo lo devono al lavoro dell’associazione Speleologica bresciana. In 35 anni di attività, sotto la guida del presidente Giampietro Marchesi, gli speleologici hanno ricostruito mappe, mostrando ai cittadini quello che c’è sotto la fortezza militare. L’associazione presenta un nuovo corso per gli appassionati.
Il Castello di Brescia è una presenza talmente legata al paesaggio della nostra città, da suscitare un fascino costante, seppur tuttavia non sembrerebbe ancora entrata in pieno nella quotidianità dei suoi abitanti. L’associazione Speleologica bresciana, con il Patrocinio del Comune di Brescia, propone visite che permettono di accedere all’interno degli ambienti (torri, casematte, gallerie fortificate, bastioni) che, diversamente, non sarebbero accessibili. Giampietro Marchesi, presidente dell’associazione, vanta una lunga militanza nella Società Speleologica italiana – ben 18 anni in segreteria e 9 (dal 2006 al 2014) come presidente. Ora lavora, insieme ad un tenace gruppo di appassionati, per far rifiorire il Castello di Brescia dal punto di vista storico-artistico.
«In Italia — spiega — esistono più di 250 gruppi di speleologi con oltre 8.000 associati. In alcune regioni esistono delle leggi che disciplinano l’attività, ma non in Lombardia, purtroppo».
Intanto la sua associazione a Brescia ha lavorato per mettere alla luce nuove scoperte del nostro Castello Cidneo.
«L’associazione Speleologica bresciana, fondata nel 1982, oggi ha circa 60 iscritti e festeggia 35 anni di attività. Noi, dal 1998, cerchiamo di scoprire tutto quello che sta nel suo sottosuolo del Castello. Basti pensare che fino a qualche anno fa non c’era un solo rilievo, e solo grazie alla professionalità di alcuni nostri associati (quindi ingegneri, geometri, architetti) abbiamo compiuto disegni e mappe poi consegnate in Comune, che ci aveva commissionato i lavori da compiere. Il primo sindaco fortemente interessato ai lavori in Castello fu Paolo Corsini, il quale ci offrì una fiducia significativa per dare seguito a esplorazioni e scoperte. Nel 2003 è uscito il libro “Segreti e segrete del Castello di Brescia”, che spiega molte cose su ciò che è stato fatto».
Ma si ha l’impressione che questa fortezza militare non sia entrata completamente nel dna dei suoi cittadini.
«Per tanti anni è mancata una figura istituzionale autorevole per il rilancio del Castello, uno in grado di prendere iniziative forti per valorizzarlo. Adesso tutto è gestito dalla Fondazione Brescia Musei. Ho notato che ultimamente non mancano iniziative culturali di massa, come il recente e suggestivo Festival delle Luci e la più tradizionale MusicalZoo. Però nel primo caso, il percorso fatto seguire dal pubblico è stato breve e superficiale, quindi oltre allo spettacolo scenografico nelle ore serali, non si ha avuto la vera percezione del monumento complessivo. Riguardo a MusicalZoo, per carità, grande successo di gente, ma il tutto era slegato dal contesto storico del Castello. Inoltre, una parte dello sporco lasciato dal popolo della notte non è stata raccolta e giace in alcune aree. Insomma, ben vengano le iniziative, ma io devo difendere questa fortezza dal punto di vista culturale che vanta una storia di 4 mila anni. Quindi, se penso che per aprire lo storico zoo in Castello hanno buttato giù le caserme “Pisani” del 1600, beh, non credo sia stata un’idea geniale. Mi chiedo: quale città in Italia ha un colle con castello che molti ci invidiano, per vederla dall’alto?»
Perché non ricreare arredamenti e atmosfere dell’epoca all’interno di alcuni locali chiusi per spiegare la vita militare di un’epoca storica a scelta?
«Bisogna ricordare che questa è una fortezza militare e che di conseguenza più che arredamenti bisognerebbe parlare di riproporre postazioni di artiglieria nelle varie torri come è stato fatto alcuni anni fa nella Torre Coltrina, dove erano esposti pezzi significativi che provenivano dal Museo delle Armi».
Voi state lavorando per valorizzarlo.
«Noi continuiamo ad essere presenti e propositivi, anche se alcune volte qui ci sentiamo in prestito e non si sa come andrà a finire. Ora in Castello siamo un po’ fermi con gli studi, del resto servono risorse economiche oltre che passione. Spero che possa diventare un riferimento per i bresciani, aldilà delle iniziative folcloristiche collaterali. Noi organizziamo visite guidate per tutti, scolaresche comprese (info: www.speleoasb.org). Inoltre domani alle 20.30, presso la nostra sede in via Privata De Vitalis 7, in città, spiegheremo il corso che organizzeremo sulla speleologia: la prima parte inizierà giovedì 14 e la seconda a partire dal 28 di questo mese».
Marchesi Spero che il Castello possa presto diventare un punto di riferimento per tutti i cittadini bresciani