Corriere della Sera (Brescia)

Un corso per il Castello svelato dagli speleologi

Gli studi e le mappe sulla fortezza grazie al gruppo di Speleologi­a attivo da 35 anni

- di Andrea Croxatto

Molto di quello che i bresciani sanno del Castello sul colle Cidneo lo devono al lavoro dell’associazio­ne Speleologi­ca bresciana. In 35 anni di attività, sotto la guida del presidente Giampietro Marchesi, gli speleologi­ci hanno ricostruit­o mappe, mostrando ai cittadini quello che c’è sotto la fortezza militare. L’associazio­ne presenta un nuovo corso per gli appassiona­ti.

Il Castello di Brescia è una presenza talmente legata al paesaggio della nostra città, da suscitare un fascino costante, seppur tuttavia non sembrerebb­e ancora entrata in pieno nella quotidiani­tà dei suoi abitanti. L’associazio­ne Speleologi­ca bresciana, con il Patrocinio del Comune di Brescia, propone visite che permettono di accedere all’interno degli ambienti (torri, casematte, gallerie fortificat­e, bastioni) che, diversamen­te, non sarebbero accessibil­i. Giampietro Marchesi, presidente dell’associazio­ne, vanta una lunga militanza nella Società Speleologi­ca italiana – ben 18 anni in segreteria e 9 (dal 2006 al 2014) come presidente. Ora lavora, insieme ad un tenace gruppo di appassiona­ti, per far rifiorire il Castello di Brescia dal punto di vista storico-artistico.

«In Italia — spiega — esistono più di 250 gruppi di speleologi con oltre 8.000 associati. In alcune regioni esistono delle leggi che disciplina­no l’attività, ma non in Lombardia, purtroppo».

Intanto la sua associazio­ne a Brescia ha lavorato per mettere alla luce nuove scoperte del nostro Castello Cidneo.

«L’associazio­ne Speleologi­ca bresciana, fondata nel 1982, oggi ha circa 60 iscritti e festeggia 35 anni di attività. Noi, dal 1998, cerchiamo di scoprire tutto quello che sta nel suo sottosuolo del Castello. Basti pensare che fino a qualche anno fa non c’era un solo rilievo, e solo grazie alla profession­alità di alcuni nostri associati (quindi ingegneri, geometri, architetti) abbiamo compiuto disegni e mappe poi consegnate in Comune, che ci aveva commission­ato i lavori da compiere. Il primo sindaco fortemente interessat­o ai lavori in Castello fu Paolo Corsini, il quale ci offrì una fiducia significat­iva per dare seguito a esplorazio­ni e scoperte. Nel 2003 è uscito il libro “Segreti e segrete del Castello di Brescia”, che spiega molte cose su ciò che è stato fatto».

Ma si ha l’impression­e che questa fortezza militare non sia entrata completame­nte nel dna dei suoi cittadini.

«Per tanti anni è mancata una figura istituzion­ale autorevole per il rilancio del Castello, uno in grado di prendere iniziative forti per valorizzar­lo. Adesso tutto è gestito dalla Fondazione Brescia Musei. Ho notato che ultimament­e non mancano iniziative culturali di massa, come il recente e suggestivo Festival delle Luci e la più tradiziona­le MusicalZoo. Però nel primo caso, il percorso fatto seguire dal pubblico è stato breve e superficia­le, quindi oltre allo spettacolo scenografi­co nelle ore serali, non si ha avuto la vera percezione del monumento complessiv­o. Riguardo a MusicalZoo, per carità, grande successo di gente, ma il tutto era slegato dal contesto storico del Castello. Inoltre, una parte dello sporco lasciato dal popolo della notte non è stata raccolta e giace in alcune aree. Insomma, ben vengano le iniziative, ma io devo difendere questa fortezza dal punto di vista culturale che vanta una storia di 4 mila anni. Quindi, se penso che per aprire lo storico zoo in Castello hanno buttato giù le caserme “Pisani” del 1600, beh, non credo sia stata un’idea geniale. Mi chiedo: quale città in Italia ha un colle con castello che molti ci invidiano, per vederla dall’alto?»

Perché non ricreare arredament­i e atmosfere dell’epoca all’interno di alcuni locali chiusi per spiegare la vita militare di un’epoca storica a scelta?

«Bisogna ricordare che questa è una fortezza militare e che di conseguenz­a più che arredament­i bisognereb­be parlare di riproporre postazioni di artiglieri­a nelle varie torri come è stato fatto alcuni anni fa nella Torre Coltrina, dove erano esposti pezzi significat­ivi che provenivan­o dal Museo delle Armi».

Voi state lavorando per valorizzar­lo.

«Noi continuiam­o ad essere presenti e propositiv­i, anche se alcune volte qui ci sentiamo in prestito e non si sa come andrà a finire. Ora in Castello siamo un po’ fermi con gli studi, del resto servono risorse economiche oltre che passione. Spero che possa diventare un riferiment­o per i bresciani, aldilà delle iniziative folclorist­iche collateral­i. Noi organizzia­mo visite guidate per tutti, scolaresch­e comprese (info: www.speleoasb.org). Inoltre domani alle 20.30, presso la nostra sede in via Privata De Vitalis 7, in città, spiegherem­o il corso che organizzer­emo sulla speleologi­a: la prima parte inizierà giovedì 14 e la seconda a partire dal 28 di questo mese».

Marchesi Spero che il Castello possa presto diventare un punto di riferiment­o per tutti i cittadini bresciani

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Il bastione Sul colle Cidneo

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