Grande, la Regione sceglie Gabriele Archetti per il cda
Anziché disertare il cda la giunta Maroni verrà rappresentata dal presidente di Fondazione Cogeme
Dopo aver pensato di lasciare, la Regione ha scelto Gabriele Archetti come suo rappresentante nel cda del Teatro Grande.
Post al vetriolo, colpi di scena, cda disertati e una riconciliazione all’ultimo atto: dopo aver pensato di lasciare il suo posto nella platea dei soci, la Regione ha scelto Gabriele Archetti come suo rappresentante nel consiglio di amministrazione del Teatro Grande. La biografia in due righe: 54 anni, laurea in Filosofia, è docente di Storia medievale e Complementi di storia della Chiesa in Cattolica, presidente del Centro italiano di studi longobardi e della fondazione Cogeme, conservatore al Piamarta di Brescia. È stato nel consiglio direttivo di Brescia Musei (con Fausto Lechi presidente) e ha parecchie collaborazioni, monografie, saggi e articoli scientifici nel curriculum. Virgolet- tati ufficiali, comunicati stampa e dichiarazioni dal Pirellone: zero.
Ogni virgola, nota a piè di pagina e incarico del curriculum di Archetti sarà valutaora, to dai tecnici della Regione: nel caso ci fossero incompatibilità, la giunta dovrà scegliere un altro nome (al Pirellone è circolato anche quello di Giordano Bruno Guerri, poi scartato). Sulla poltrona che gli è stata riservata nel cda del Grande, fino a ieri, era seduto Stefano Olivari: da Milano, fanno sapere che non ha dato la disponibilità per un altro mandato. Ergo, l’assessore Cristina Cappellini ha proposto un candidato «di altissimo livello» (cit), «approvato all’unanimità da tutta la giunta» (di nuovo cit). Il teatro, aspetta un bonifico dalla Regione: all’inizio dell’anno, il cda ha deliberato una quota di 100 mila euro che ogni socio deve versare per il triennio 2017-2019. I tecnici del Pirellone, però, sostengono di non dover un euro, oltre ai contributi annuali. Alla conferenza stampa della Festa dell’Opera, l’assessore al Turismo Mauro Parolini ha detto, testuale: «Il Grande è patrimonio dei bresciani e dei lombardi: non ci sono alternative, dobbiamo sostenerlo».