Vinta la battaglia per i libri in Braille Per il centro non vedenti inizio difficile
Alla fine i libri li avranno ma per gli studenti che fanno riferimento al Centro non vedenti l’avvio d’anno scolastico è stato duro. Ieri alunni e genitori hanno protestato davanti al Pirellino di via Dalmazia, hanno innalzato cartelli, incontrato funzionari e consiglieri regionali (Rolfi, Girelli e Busi). Vicenda complicata: il centro non vedenti è eccellenza locale e nazionale (al pari della scuola audiofonetica) sostenuta da sempre con i soldi di Provincia e Comune di Brescia ma la Regione, dopo la legge che avrebbe dovuto portare all’abolizione delle Province, ha accorpato la delega con l’obiettivo di uniformare il servizio. «Peccato che a Brescia ci sia una realtà storica e valida come il centro non vedenti — afferma Piera Sciacca, una delle mamme dell’associazione Bambini in Braille — mentre ora ci troviamo in un appesantimento burocratico inutile». In pratica ora, in provincia, oltre al centro non vedenti enti accreditati sono anche cinque cooperative. Si passa dal Comune, poi all’Ats, poi c’è la scelta dell’ente e infine si opera. «Mia figlia quest’anno va alla scuola media e in estate abbiamo portato i libri al centro non vedenti per la traduzione in braille — spiega Piera Sciacca —, ma i libri sono rimasti fermi perché per questioni burocratiche non è ancora stato assegnato l’ente». La situazione è anche peggio per la gran parte delle 146 famiglie che fanno riferimento al centro non vedenti, le quali in molti casi non erano nemmeno a conoscenza delle nuove linee guida Ieri la soluzione provvisoria, informale, ma il destino del centro non vedenti continua a preoccupare le famiglie. «La Regione modifichi la propria decisione — afferma Antonella Poli, segretaria della Flc Cgil Brescia ieri presente al presidio — le forze politiche rivedano l’impostazione che ha prodotto una decisione contraria alla proclamata promozione della qualità». (t.b.)