Addio ai cassonetti aperti: in centro città giorni contati per i furbetti della borsina
Ma l’abbandono di rifiuti raddoppia tra Chiesanuova e via Milano
quartieri, dove il «fuori cassonetto» persiste: 138 le tonnellate calcolate nella zona «gialla» nel 2016, 135 quest’anno, addirittura raddoppiati i numeri nella zona verde (da 93 a 177), che copre l’area ovest (da Chiesanuova a Porta Milano). Servirà tempo per far calare questo «fenomeno».
Intanto, è positivo il calo di 12 mila tonnellate (-42%) di rifiuti indifferenziati destinati all’inceneritore, con risparmi per oltre un milione di euro. E se la differenziazione di plastica (+113%) e vetro (+25,5%) è schizzata all’insù, la produzione di rifiuti pro-capite resta alta: 585 chilogrammi all’anno per ogni abitante. La calotta per umido e indifferenziato presenta degli indubbi vantaggi, ma il sistema di apertura elettronica deve tener conto di guasti e incagli dei sacchetti nelle calotte: nella relazione del Gruppo di monitoraggio è stato calcolato che i tecnici ricevevano una media di 20,3 segnalazioni ogni giorno, per un totale di 8 mila segnalazioni nell’arco di 15 mesi.
È pur vero che i cassonetti della città sono diverse migliaia. E vi si conferisce anche la frazione organica, che riduce il peso dell’indifferenziato e viene poi trasformata in biometano: l’importante è che sia la più pura possibile. Ecco, se a ottobre 2016 i primi quartieri segnalavano un’impurità del 5,7% nei sacchetti dell’umido, a febbraio di quest’anno il «materiale di scarto» si era ridotto al 2,9%. Più impure le plastiche, che però sono più complesse da separare: si oscilla tra il 10 e il 14%. Cresce anche il ritiro (gratuito) di rifiuti ingombranti a domicilio, con un +68% sul 2015.