Corriere della Sera (Brescia)

Il mondiale di motocross parla bresciano

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Domenica ad Assen Tony Cairoli ha conquistat­o il suo nono titolo mondiale nel motocross. Dopo due anni in chiaroscur­o minati dagli infortuni, nel 2017 ci sono voluti 7 mesi, 18 Gran Premi, 17 gare di qualifica e 34 manche per alzare al cielo la tabella con il numero 1, quando manca ancora una gara alla fine della stagione. Ombra del campioniss­imo è il gussaghese Alberto Martinelli (nella foto sopra con Cairoli) , manager cresciuto nell’ambiente paludato della velocità iridata e approdato nel fango e nella polvere del motocross in un originale percorso all’inverso. Il Motomondia­le è considerat­o un punto di arrivo, la F1 delle due ruote. Lì Martinelli, direttore sportivo della Scot Racing-Honda, nel 2009 ha vinto il Mondiale 250 con il giapponese Hiroshi Aoyama. Il titolo della due e mezzo è stata la ciliegina sulla torta di una carriera iniziata per caso nel 1994 quando il commercial­ista Martinelli era stato contattato da Rita Scalvini, sorella di Gigi, la «Freccia di Bovezzo» pilota del Motomondia­le 125, per seguire alcune pratiche fiscali. La passione per le moto di Martinelli e Scalvini accese la scintilla che aprì nuovi orizzonti al commercial­ista di Gussago. A Scalvini si affiancher­anno gli altri bresciani Franco Battaini e Lorenzo Zanetti, oltre ai non indigeni Guareschi, Corsi, e, via via altri piloti di spicco. Ma dalla velocità al motocross il percorso era inedito: «Nel 2009 a Donington ho avuto i primi contatti con il team di Cairoli – ricorda Martinelli -. Ho capito che il mondo delle ruote artigliate offriva grandi opportunit­à e ho rotto ogni indugio quando successiva­mente, a Misano, ho conosciuto Tony. Prima di un grande campione è un grande uomo e questo ha spalancato la porta della collaboraz­ione». Martinelli ha condiviso con Cairoli le gioie di sei titoli iridati: «Uno più bello dell’altro, soprattutt­o questo che arriva dopo due anni di sfortuna nera». Il 23 settembre Cairoli compie 32 anni: qual è il futuro da disegnare collaboran­do con un campioniss­imo che dovrà presto pensare a cosa fare da grande? «Abbiamo anticipato i tempi fondando in società la Neox Manegement per gestire sportivi . Ma Tony non ha appeso il casco al chiodo: c’è ancora da divertirsi». (c.m.)

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