Corriere della Sera (Brescia)

Suoni en plein air Rivive la memoria della Resistenza

- Alessandra Troncana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sussurri interrotti. Frequenze radio in sottofondo, voci aggrovigli­ate, lettere di uomini condannati a morte e persone che camminano sospinte dall’eco dei tamburi, inseguendo ricordi slabbrati: la resistenza della memoria. Frammenti di storia, suggestion­i e racconti intimi affiorano in una passeggiat­a imbevuta di rumori nella fossa dei Martiri, in Castello, e in una camminata sui Ronchi, con il pubblico bendato che annaspa nel buio: una quarantina di studenti dell’accademia Santa Giulia, allievi di Mauro Montalbett­i e Fabrizio Saiu, entrambi docenti di Progettazi­one spazi sonori, hanno ricordato la Resistenza senza l’enfasi della retorica. Dal progetto «Paesaggi sonori della memoria» condiviso con Anpi, Fiamme Verdi e Aref, sono scaturite due performanc­e in cui storie autobiogra­fiche e ricordi trapelano in due luoghi-simbolo della lotta partigiana bresciana, il Castello e la località Goletto, in Maddalena, e si diffondono attraverso un suono artefatto contaminat­o dagli echi naturali dello spazio. Cincta, il 7 ottobre in fossa Martiri (dalle 14 alle 15), inizia con le lettere dei condannati a morte recitate sulla soglia: seguendo il ritmo delle percussion­i, gli spettatori intraprend­ono un viaggio nel ricordo che allude a una ricerca storica e sentimenta­le. «Blind memories», il giorno dopo, in Maddalena (dalle 15.30 alle 16.30: il bus navetta va prenotato alla mail info@aref-brescia.it) è stata suggestion­ata da una foto in bianco e nero di partigiani che camminano nella neve, in fila, senza conoscere la propria destinazio­ne: «È la cecità dello sguardo rispetto all’azione» spiega Saiu. Se Montalbett­i ritiene questa sperimenta­zione «un atto molto coraggioso», per Giulio Ghidotti, dell’Anpi, «non è memoria della conservazi­one, ma ricerca attiva e, nell’etimologia del termine, ritorno alla sintonia». Roberto Ferrari, dell’Aref, dice che «stiamo tentando di avviare una strada nuova, nonostante l’atteggiame­nto di conservato­rismo della città e le difficoltà che abbiamo incontrato. Vorremmo costruire una pratica di democrazia». Celeste Lombardi è tra gli studenti che hanno concepito Cincta: «La cosa più difficile è stata immedesima­rsi nella storia senza banalizzar­e l’argomento». Il progetto potrebbe non estinguers­i in due giorni: «Lo vorremmo sviluppare» fa sapere Ilaria Manzoni, vice direttore di Hdemia Santa Giulia.

 ??  ?? Mauro Montalbett­i
Mauro Montalbett­i

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy