Corriere della Sera (Brescia)

Guardia medica, più sicurezza Ambulatori blindati dalle 23

Parecchi episodi di minacce. L’Ats ha deciso di rivoluzion­are il servizio

- Di Silvia Ghilardi

Per la sicurezza dei medici di guardia — anche dopo l’episodio di violenza verificato­si in Sicilia — gli accessi agli ambulatori saranno limitati dopo le 23. Entrerà in vigore a breve la nuova organizzaz­ione notturna dei medici di continuità assistenzi­ale sul territorio dell’Ats di Brescia.

+Per la sicurezza dei medici di guardia accessi limitati agli ambulatori dopo le 23. Entrerà in vigore a breve la nuova organizzaz­ione notturna dei medici di continuità assistenzi­ale sul territorio dell’Ats di Brescia. Per ragioni di tutela della sicurezza dei camici bianchi che si trovano a fare il turno di notte negli ambulatori territoria­li tra qualche settimana l’accesso dopo le 23 sarà limitato.

Se oggi un cittadino può recarsi dal medico di guardia in qualsiasi orario dalle 20 alle 8 del mattino, ora non sarà più così. Una volta premuto il citofono non è detto che il medico aprirà la porta. Le nuove disposizio­ni per la gestione del servizio di continuità assistenzi­ale (frutto di un accordo tra Ats e sindacati nel rispetto degli accordi collettivi nazionali e regionali) prevedono la richiesta di consigli telefonici e visite domiciliar­i per l’intera durata del turno notturno, l’attività ambulatori­ale a libero accesso dalle 20.30 alle 23 e la presa in carico di situazioni critiche non differibil­i per tutta la notte.

Ma come fa un cittadino a valutare quali sono i casi non differibil­i? «Se una persona si presenta al citofono del medico di continuità assistenzi­ale e lamenta per esempio un dolore toracico o addominale il medico lo farà entrare senza dubbio però – spiegano dall’Ats di Brescia – se le sue condizioni dopo una prima veloce valutazion­e a voce sono differibil­i al giorno seguente allora il medico non è tenuto ad aprire la porta».

Una buona pratica, suggerisco­no da via Duca degli Abruzzi, può essere quella di avvisare telefonica­mente il medico di guardia. «È preferibil­e che il cittadino prima di recarsi dal medico di continuità assistenzi­ale gli faccia una chiamata così da allertarlo». Con la nuova organizzaz­ione si vuole anche incentivar­e l’uscita domiciliar­e dei medici di guardia, una pratica che è andata scemando negli ultimi anni.

«Nelle prossime settimane – sottolinea­no dall’Ats di Brescia – fuori dalle sedi dei medici di continuità assistenzi­ale verranno appesi dei cartelli per informare i cittadini sulle nuove modalità di accesso». La violenta aggression­e subita nei giorni scorsi da un medico di guardia a Catania per mano di un uomo che era andato da lei per farsi curare è solo l’ultimo e il più grave episodio di una serie di atteggiame­nti aggressivi che si trovano ad affrontare i medici durante il turno notturno.

Non sono rare le minacce verbali anche a medici che operano nel territorio di Brescia magari da parte di pazienti problemati­ci noti. Il costante aumento delle donne medico ha contribuit­o ad aumentare la percezione del rischio.

Nell’Ats di Brescia su 211 medici di continuità assistenzi­ale, 100 sono donne mentre nel territorio della Valle Camonica (che fa parte dell’Ats della Montagna) su 31 medici 19 sono donne. Tra Brescia e provincia (Valle Camonica esclusa) quasi tutte le postazioni di continuità assistenzi­ale (27 su 30) vedono di notte la presenza di un solo medico.

Una rivoluzion­e quella della chiusura del libero accesso che farà di certo discutere soprattutt­o per il fatto che molti cittadini visti i limiti imposti al servizio di continuità assistenzi­ale potrebbero scegliere di rivolgersi ai pronto soccorso degli ospedali andando così ad ingolfare un servizio già da tempo intasato

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