Nozze Ponte,Temù, Vione: atto secondo
Si vota il primo ottobre la fusione per incorporazione. Cinque anni fa il progetto era naufragato
Fusione per incorporazione. Tecnicamente, si chiama così il progetto amministrativo messo in campo a Ponte di Legno, Temù e Vione per arrivare a un comune unico fra queste tre realtà e che il prossimo 1 ottobre dovrà affrontare l’esame del voto popolare. I residenti dei tre paesi confinanti dovranno decidere se dare vita a un comune unico che, insieme, conterà circa 3.500 abitanti e che avrà come realtà capoluogo Ponte di Legno e come sue frazioni Temù e Vione.
Cinque anni fa, una risicata maggioranza degli elettori di Temù aveva fatto naufragare il matrimonio con Ponte di Legno, dove invece la maggioranza era stata nettamente a favore della fusione. Oggi, grazie a vari comitati che hanno raccolto le firme necessarie per chiedere a Regione Lombardia un nuovo referendum, la fusione è a tre e mancando meno di dieci giorni al voto si moltiplicano le iniziative dei sostenitori del sì e quelle di chi invece vorrebbe mantenere i confini attuali.
A favore del sì, sono apertamente schierati i tre sindaci: Aurelia Sandrini (Ponte di Legno), Roberto Menici (Temù) e Mauro Testini (Vione). Con loro, i promotori del referendum sono convinti che la fusione porterà a un rafforzamento dell’identità, con la creazione di prosindaci eletti, per rappresentare tutti i borghi del nuovo comune; aumenterà gli investimenti pubblici (previsti più di 50 milioni di euro), liberando il nuovo comune dai vincoli del patto di stabilità; aumenteranno i servizi e diminuiranno le tasse, grazie a contributi pubblici e risparmi di gestione; si creeranno nuovi posti di lavoro per i giovani; verrà ulteriormente accelerato il processo di crescita turistica del territorio. Subito dietro i sindaci e i comitati per il sì ci sono, come cinque anni fa, Mario Bezzi e Corrado Tomasi, gli esponenti del Partito democratico che hanno fatto di questa fusione la loro ragione di vita politica.
Esattamente come cinque anni fa, l’elmetto con scritto «no» se l’è infilato in testa Mario Rizzi, consigliere comunale di minoranza a Ponte di Legno, affiancato da Fabio Fogliaresi, consigliere comunale di minoranza a Temù. «Questa ennesima avventura, che non rispetta la volontà popolare già espressa nel 2012 – spiegano alla popolazione – rischia di trasformare la politica in una lotteria. Le tre comunità rischiano di perdere storia e tradizioni, e il dibattito ne uscirà sminuito: da tre consigli comunali se ne avrà solo uno». Ma poi ci sono anche ragioni economiche: «Tutto il patrimonio di Temù e Vione diventerà di proprietà di Ponte di Legno, e le tasse per i residenti di Temù e Vione aumenteranno perché si adegueranno a quelle, più care, del capoluogo. Temiamo che dietro questa operazione ci sia un blocco politico e sociale che vuole continuare a decidere». L’alternativa? «Rilanciare e potenziare l’unione con tutti i comuni dell’alta valle Camonica, realtà che ha già vent’anni di esperienza alle spalle».