«Fondazione, management e acquisizioni: quanto coraggio nella storia di Poliambulanza»
L’ex presidente ripercorre i suoi 12 anni, fra fede e aziendalismo
All’inizio, quando nessuno in ospedale lo conosceva, passava il sabato e la domenica nell’astanteria del pronto soccorso per capire le domande dei pazienti, le risposte dei sanitari. Pochi giorni fa, al momento del commiato, tutto il personale della Poliambulanza gli ha riconosciuto, fra gli applausi, il ruolo di traghettatore o, meglio, di «fondatore».
Enrico Broli, commercialista oggi 72 enne, è stato il primo presidente della Fondazione Poliambulanza, nata dodici anni fa per assumere proprietà e gestione dell’ospedale che solo otto anni prima (1997) aveva aperto le porte in via Bissolati. Broli, designato dalla Diocesi di Brescia, avrebbe dovuto reggere la presidenza per un solo triennio. In realtà è stato confermato per quattro mandati. Al momento di rileggere la vicenda-Poliambulanza, lui la iscrive tutta sotto la categoria del «coraggio».
Il coraggio non è la virtù che viene in mente per prima, parlando di vicende sanitarie…
«Eppure la nascita della Fondazione, nel febbraio 2005, fu proprio questo: un atto di grande coraggio. Delle suore Ancelle, che donarono l’ospedale al nuovo ente, della Diocesi di Brescia, dell’Università Cattolica e dell’Opera don Calabria che, insieme alle Ancelle, entrarono in questa impresa versando 2,5 milioni di euro a testa per costituire il capitale iniziale».