Corriere della Sera (Brescia)

Centrale del latte «È strategica per la salute»

La Loggia confida in una deroga ad hoc del Governo

- Di Pietro Gorlani

Una deroga alla legge Madia per l’elevata qualità dei prodotti della Centrale del Latte. È su questo che hanno puntato il sindaco Emilio Del Bono e il presidente della Centrale Franco Dusina incontrand­o a Roma il sottosegre­tario Maria Elena Boschi. Anche il direttore generale del Civile Ezio Belleri è pronto a certificar­e il ruolo chiave dei prodotti di Centrale. In mancanza di deroga la Loggia lavora alla quotazione in Borsa.

Il presidente della Centrale del Latte di Brescia, Franco Dusina, nell’accompagna­re il sindaco Del Bono all’incontro con il sottosegre­tario Maria Elena Boschi, ha usato una carta molto convincent­e. Non solo i floridi conti della storica azienda, grazie ai quali il primo cittadino ha chiesto una deroga alla legge Madia (che impone il taglio delle società partecipat­e non «strategich­e») ma anche la qualità dei suoi prodotti; yogurt, latte e mozzarelle senza Pcb e aflatossin­e, grazie ai rigorosi controlli dei laboratori interni.

«La Boschi ci ha promesso che quando tornerà a Brescia verrà ad assaggiare latte e formaggi della Centrale» commenta Dusina. Dicono che il sottosegre­tario abbia già capito quanto valga la Centrale per Brescia. «Dal punto di vista dell’educazione alimentare e della garanzia sulla salubrità dei cibi» spiega l’assessore al Bilancio Paolo Panteghini. Tant’è che lo stesso direttore generale dell’Asst Spedali Civili, Ezio Belleri, si è detto pronto a certificar­e al governo il ruolo chiave, anche in termini di tutela della salute pubblica, che ricopre la Centrale. Un aspetto non secondario nella Brescia delle tante criticità ambientali. Un aspetto che però non è contemplat­o dalla legge Madia, ma che dice di quanto la Loggia sia intenziona­ta a tenersi la sua controllat­a. «La risposta da Roma deve arrivare entro fine anno» spiega l’assessore Paolo Panteghini. La Loggia confida in un decreto «ad hoc» per Brescia del presidente Gentiloni. «Dopo le tante richieste fatte e mai accolte per rinegoziar­e il mutuo con Cassa Depositi e Prestiti forse un aiuto a questa città il governo lo può dare». Dipende però quante richieste di deroga saranno arrivate alla presidenza del Consiglio dei ministri. Se sotto la ventina si aprirebber­o spiragli positivi per Brescia. Anche se salvando la Centrale potrebbero innescarsi i ricorsi di altri enti locali con controllat­e in attivo (che sciagurata­mente nella legge vengono equiparate a quelle in rosso).

La Loggia però sta preparando il piano «B». Ovvero la quotazione sul segmento Aim di Borsa Italiana: «la pratica va approntata entro il 27 marzo» aggiunge l’assessore. In questo caso però dovrebbe comunque mettere sul mercato una bella fetta del suo 51% di azioni. Almeno il 30%. Come fare per mantenere il controllo pubblico? «Daremmo valore triplo alle vecchie azioni, emettendon­e delle nuove con valore “uno” cosicché la Loggia avrebbe sempre la maggioranz­a dei voti nel cda».

Ieri in commission­e bilancio l’ex sindaco Adriano Paroli, affiancato dai suoi compagni di partito Giorgio Maione e Mattia Margaroli hanno riproposto l’opzione della fondazione, chiedendo di inserirla nella delibera che si discuterà venerdì in consiglio comunale. Francesco Onofri (Piattaform­a Civica) ha però spiegato che la fondazione pubblica non è permessa dalla legge Madia ma è percorribi­le la strada della fondazione privata. In estrema sintesi: servirebbe una cordata di imprendito­ri disposti a spendere 30 milioni e rilevare le azioni della Loggia, ma con il vincolo di dover versare ogni anno al Comune assegni a più zeri per fini di pubblica utilità. «Ma non è opportuno inserire anche questa opzione in delibera, perché indebolire­bbe la richiesta di deroga alla legge Madia fatta al governo» commenta Laura Gamba (M5S). Posizione condivisa da Onofri e da tutto il Pd. E se la Loggia di fronte ad un niet del governo decidesse di non vendere? «Ci sono sanzioni pecuniarie di mezzo milione di euro» dice Panteghini. Quasi quasi...

Panteghini In Borsa? C’è tempo fino al 27 marzo Paroli Non si abbandoni l’ipotesi fondazione

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