Corriere della Sera (Brescia)

Ferrari, il motore della Germani «Emozioni e non introiti dal basket, ma ora anche Brescia sa chi siamo»

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Nei giorni della grande euforia, quando la città festeggiav­a il ritorno in Serie A del Basket Brescia, la Germani Spa in silenzio poneva le basi affinché la società potesse continuare a percorrere nuove strade con lo stesso entusiasmo. E la famiglia Ferrari, a capo dell’azienda, di trasporti se ne intende: è il core business con cui si è fatta conoscere in tutta Italia. «Ma, per diventare famosi nella nostra città, ci è voluto il basket. Pensi...», scherza Mauro Ferrari, ad del gruppo e pronto, a breve, a tornare «vicino di banco» della presidente Graziella Bragaglio: «Franco Dusina ci ha fatti conoscere. Lei e suo marito Matteo mi sono piaciuti subito, la pallacanes­tro è una realtà fatta di sudore, lontana dal mondo del calcio. La squadra, soprattutt­o la bellezza del nostro pubblico che mi ha abbagliato, hanno fatto il resto». Quest’estate, c’è già stata un’integrazio­ne (fondamenta­le per il mercato) al pur sostanzios­o accordo biennale. «Abbiamo un’opzione per due anni di rinnovo al termine di questa stagione. E la manterremo. Il basket mi piace perché sino a 10 secondi dalla fine puoi vincere o perdere: non mollare mai è il motto, come nella mia azienda». Ma il ritorno economico? «Non esiste, del resto noi non vendiamo alimentari e non operiamo nel tessile. Sui diritti tv, l’ho detto al presidente Petrucci, si può però migliorare per ridurre il gap sproposita­to tra noi e il calcio». Rifarebbe la scelta? «Sì, ho vissuto un anno stupendo. Ora tocca confermars­i, la sfida sarà ancora più dura». (lu.ber.)

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Al PalaGeorge Un veicolo Germani «brandizzat­o» su misura per il basket

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