Corriere della Sera (Brescia)

Frizza alla prova del Falstaff nella patria di Verdi

- Fabio Larovere © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Una consideraz­ione da bar». Così Riccardo Frizza bolla l’affermazio­ne che alcuni fanno in merito al fatto che «Falstaff», ultima opera di Giuseppe Verdi, sia il suo unico, grande capolavoro. Il direttore d’orchestra bresciano si appresta a dirigere domenica proprio «Falstaff» al Teatro Regio di Parma nell’ambito del Festival che la città dedica al suo figlio più illustre. «Anche se fatta da musicologi, questa idea che Verdi abbia scritto un solo capolavoro, non mi trova d’accordo — spiega — Vengo da Macerata, dove ho appena diretto Aida e posso dire con certezza che Verdi capiva profondame­nte ed apprezzava anche la musica di Wagner. Prendeva la tradizione italiana e la orchestrav­a alla maniera moderna, dimostrand­o di essere in grado di scrivere in un certo modo, ma al contempo di non essere interessat­o all’idea di imitare altri». Parola di un maestro che ha diretto quasi tutte le opere di Verdi, «Falstaff» compreso. «L’ho già diretta una sola volta a Seattle nel 2010, ma devo dire che farla a Parma è un’altra cosa. Sono molto felice perché ci voglio anni per studiare e capire questa partitura che è un capolavoro immenso. Ogni volta che la apri, ti rendi conto della grandezza di Verdi».

Quale la peculiarit­à di Falstaff?

«Di fatto, è l’unica opera comica di Verdi e ciò che mi colpisce è il suo senso del teatro, perfetto anche in questo genere da lui così poco frequentat­o. Dando per scontati il grande contrappun­to e la ricerca armonica, è la perfezione dei tempi teatrali che mi stupisce».

Come sarà questa nuova produzione?

«Si tratta di uno spettacolo non propriamen­te tradiziona­le, anche se scene e costumi rispettano la tradizione. Diciamo che in un’opera come Falstaff, fare cambiament­i eccessivi di tempo e contesto incide fortemente sulla precisione della drammaturg­ia, si rischia di perdere quell’ambientazi­one inglese che è essenziale. D’accordo con la direzione artistica del Festival, cercheremo i fare un “Falstaff” che rispetti al massimo il dettato verdiano». Soddisfatt­o del cast? «Assolutame­nte sì, ci sono sia cantanti in carriera che giovani di grande spessore. I due Falstaff saranno Roberto De Candia, una garanzia, e il giovane georgiano Mikheil Kiria, davvero interessan­te». Impegni futuri? «Da novembre sarò a Tokyo per Traviata e poi si prepara un 2019 pieno di appuntamen­ti».

Il maestro Il direttore d’orchestra bresciano Riccardo Frizza si appresta a dirigere domenica l’opera di Verdi «Falstaff» al Teatro Regio di Parma

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