Teatro Grande, la Provincia è nel Cda Versato un contributo di 200 mila euro
Anche la Regione pronta a onorare l’impegno: Maroni rassicura Parolini
Grande e affollatissimo: dopo sussurri dietro le quinte, virgolettati ai giornalisti, dichiarazioni semi-ufficiose e qualche correzione allo statuto della fondazione, la Provincia è entrata ufficialmente nella platea dei soci fondatori (ora si chiameranno pubblici istituzionali) del Teatro Grande. Nome e cognome del rappresentante è ancora segretissimo: sarà deciso entro e non oltre qualche settimana, con un bando pubblico. Ma una poltrona del consiglio di amministrazione, ora, è riservata all’ente, che ricoprirà lo stesso ruolo di Loggia, Regione e Camera di Commercio. Il biglietto pagato dalla Provincia per entrare nel cda vale un posto nel palco reale: 200 mila euro, la stessa cifra versata l’anno scorso come contributo esterno.
Il preludio all’ingresso nel Grande era andato in scena l’anno scorso quando, dopo il generoso bonifico intestato sul conto corrente della fondazione da parte del presidente Pierluigi Mottinelli, la lirica era evasa dal palco e dalla città per entrare nelle chiese, nei palazzi e nei borghi della Provincia. Il secondo atto, all’inizio dell’estate e fino a settembre: le arie della Festa dell’Opera si sono diffuse in Franciacorta, nella Bassa e nelle Valli con esibizioni che hanno fatto da anteprima all’evento in città. L’idea, sottoscritta dal sindaco Emilio Del Bono, presidente della fondazione, e dal sovrintendente Umberto Angelini, è sempre stata quella di aprire il Grande oltre i confini e portare le sue muse fuori dalla platea. In corso Zanardelli, nei palazzi e nelle periferie di Brescia, ma anche in una Provincia che ha iniziato a rivendicare la presenza del teatro.
All’opera per l’opera, anche a Milano: la poltrona che spetta alla Regione, altro socio pubblico istituzionale della fondazione, è stata riservata a Gabriele Archetti (docente universitario con centinaia di pubblicazioni, saggi e incarichi prestigiosi nel curriculum). Ma resta la questione fondi: ogni socio, come deliberato dal consiglio all’unanimità, è obbligato a versare una quota annua di 100 mila euro (in caso contrario, è fuori dal Teatro). Entro e non oltre il 31 ottobre, deve arrivare un impegno formale da tutti (la somma potrà essere versata in seguito): dopo qualche bizza con la Loggia, quello della Regione non sembrava scontato, ma l’assessore al Turismo Mauro Parolini avrebbe ottenuto rassicurazioni dal presidente Roberto Maroni. Dovrebbero onorare l’impegno, fino all’ultimo centesimo.