Corriere della Sera (Brescia)

Roncadelle, la guerra fredda dell’Imu tra Comune e centro commercial­e Elnòs

La discussion­e sulle modalità di accatastam­ento. A bilancio un buco da 350 mila euro

- Vittorio Cerdelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

E’ guerra fredda tra Ikea e il Comune di Roncadelle. Oggetto del contendere: l’Imu pagata dagli svedesi per il centro commercial­e aperto un anno fa. L’ente aveva in bilancio un ammanco da mezzo milione e, dopo la correzione dell’Agenzia delle Entrate, resta ancora un “buco” da 350mila euro.

La materia è molto complicata: in soldoni, Ikea risparmiav­a centinaia di migliaia di euro di Imu perché aveva fissato a Elnòs un valore catastale irrisorio (500 euro al metro quadro) accatastan­do tutto il centro in classe D8 (il cui gettito va per due terzi allo Stato e un terzo al Comune). Di prassi, però, i negozi dei centri commercial­i fino a 1000 mq vanno in classe C1. In questo modo, Ikea avrebbe pagato circa 600mila euro all’anno di Imu (200mila al Comune, 400mila allo Stato), meno dei circa 700mila che versava (tutti al Comune) quando il centro ancora non esisteva e l’area era sempliceme­nte fabbricabi­le.

Roncadelle, retto dal sindaco Damiano Spada, ha chiesto un anno fa una correzione all’Agenzia delle Entrate intensific­ando il dialogo con Ikea. Risultato: l’Agenzia ha sì rivisto il valore catastale del centro, aumentando il valore di buona parte delle superfici dell’80% (da 500 a 900 euro al metro quadro) ma non ha imposto l’accatastam­ento dei negozi in C1. Di fatto, oggi Ikea paga solo 1,1 milioni all’anno di Imu: 733mila vanno allo Stato e solo 366mila al Comune. Molto meno rispetto ai competitor­s, che accatastan­o in C1, e a Roncadelle non l’hanno presa bene, visto che in questo modo gran parte del gettito va allo Stato e la cifra che resta sul territorio è la metà di quanto il Comune incassava quando il centro non era ancora stato costruito. Un bel paradosso e il sindaco Spada ha alzato i toni in Consiglio Comunale: «Il 16 ottobre torneremo in commission­e tributaria. L’aumento di valore voluto dall’Agenzia conferma le nostre perplessit­à ma rimane chiara la nostra contestazi­one sulla modalità di accatastam­ento. Anche ad Arese il centro è stato accatastat­o in D8 per parti comuni e grandi negozi e in C1 per spazi fino a 1000mq».

Per il sindaco «resta la profonda amarezza che gli impegni presi dalla contropart­e non siano stati concretizz­ati».

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Il centro Si discute sull’accatastam­ento

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