Roncadelle, la guerra fredda dell’Imu tra Comune e centro commerciale Elnòs
La discussione sulle modalità di accatastamento. A bilancio un buco da 350 mila euro
E’ guerra fredda tra Ikea e il Comune di Roncadelle. Oggetto del contendere: l’Imu pagata dagli svedesi per il centro commerciale aperto un anno fa. L’ente aveva in bilancio un ammanco da mezzo milione e, dopo la correzione dell’Agenzia delle Entrate, resta ancora un “buco” da 350mila euro.
La materia è molto complicata: in soldoni, Ikea risparmiava centinaia di migliaia di euro di Imu perché aveva fissato a Elnòs un valore catastale irrisorio (500 euro al metro quadro) accatastando tutto il centro in classe D8 (il cui gettito va per due terzi allo Stato e un terzo al Comune). Di prassi, però, i negozi dei centri commerciali fino a 1000 mq vanno in classe C1. In questo modo, Ikea avrebbe pagato circa 600mila euro all’anno di Imu (200mila al Comune, 400mila allo Stato), meno dei circa 700mila che versava (tutti al Comune) quando il centro ancora non esisteva e l’area era semplicemente fabbricabile.
Roncadelle, retto dal sindaco Damiano Spada, ha chiesto un anno fa una correzione all’Agenzia delle Entrate intensificando il dialogo con Ikea. Risultato: l’Agenzia ha sì rivisto il valore catastale del centro, aumentando il valore di buona parte delle superfici dell’80% (da 500 a 900 euro al metro quadro) ma non ha imposto l’accatastamento dei negozi in C1. Di fatto, oggi Ikea paga solo 1,1 milioni all’anno di Imu: 733mila vanno allo Stato e solo 366mila al Comune. Molto meno rispetto ai competitors, che accatastano in C1, e a Roncadelle non l’hanno presa bene, visto che in questo modo gran parte del gettito va allo Stato e la cifra che resta sul territorio è la metà di quanto il Comune incassava quando il centro non era ancora stato costruito. Un bel paradosso e il sindaco Spada ha alzato i toni in Consiglio Comunale: «Il 16 ottobre torneremo in commissione tributaria. L’aumento di valore voluto dall’Agenzia conferma le nostre perplessità ma rimane chiara la nostra contestazione sulla modalità di accatastamento. Anche ad Arese il centro è stato accatastato in D8 per parti comuni e grandi negozi e in C1 per spazi fino a 1000mq».
Per il sindaco «resta la profonda amarezza che gli impegni presi dalla controparte non siano stati concretizzati».