Corriere della Sera (Brescia)

I paesaggi e le figure «reali» nelle visioni di italiani e spagnoli

- Alessandra Troncana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’uomo che ha trasformat­o il giuramento di fedeltà alla realtà in un fatto modernissi­mo, tessuto di silenzio, sospension­i e materia tormentata, pensa a se stesso come a un erede di Caravaggio, ma non è un maudit. Quando dipinge nel suo studio con i fiori di garofano nel bicchiere e i poster dell’uomo vitruviano alle pareti, il cronista lirico del mondo Antonio López García non esce mai dalla cornice: per lui la pittura è qualcosa di lento, estenuante, che lambisce una perfezione inquieta e insoddisfa­tta. Nei secchi di vernice del pittore del silenzio hanno intinto la poetica dell’adesione al reale quattro pittori e uno scultore: Pedro Quesada lo ha seguito come un’ombra nel suo atelier per una decina di anni, e ha lavorato con lui molte volte. Jorge Abbad con López García ha dipinto ritratti e vedute di Madrid. Alessandro Taiana, reduce da vernici spagnole, suo fratello Riccardo e Carlos Madrigal hanno seguito le lezioni del «padre della Realidad». Gli interni spogli, disadorni, le teste di bambina e le visioni raggelate dei cinque artisti sono in mostra alla Galleria dell’Incisione: la vernice di «Paesaggi e figure del reale» è in programma sabato, alle 18 (sarà aperta fino al 19 novembre). Tele, sculture e disegni eseguiti in studio o en plein air senza sentimenta­lismi, in cui la verità del mondo si contamina con quella interiore: «La sottomissi­one del soggetto alla mimesis — scrive la curatrice Annamaria Chiara Donini nel catalogo —è completa; la figura, gli oggetti del quotidiano, il paesaggio non antropizza­to o quello violato e devastato dall’uomo, sono fissati in una materia soggetta al più rigoroso dettato formale».

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