Corriere della Sera (Brescia)

Fenaroli: «Mi ricandido»

- Brontesi

«In questi cinque anni ho lavorato tanto, faccio parte di chi affronta i problemi senza girare la testa da un’altra parte e mi do da fare per risolverli». Comportame­nto che l’assessore Marco Fenaroli vuole continuare ad avere: «Mi ricandido».

«Desideri, programmi, problemi e tentativi di soluzione. So solo che in questi cinque anni ho lavorato tanto, faccio parte di chi affronta i problemi senza girare la testa da un’altra parte e mi do da fare per risolverli. È un modo per stare dentro l’impegno non per caso o perché mi sono distratto».

Marco Fenaroli nella giunta del sindaco Emilio Del Bono ha la delega alla Casa, alla Partecipaz­ione e ai Migranti e rappresent­a il Comune di Brescia nella Casa della memoria. E ha già deciso di ricandidar­si nel 2018 per portare a termine il programma.

Assessore cominciamo con un problema, gli sfratti.

«Abbiamo dovuto affrontare 700 sfratti l’anno, che poi sono diventati 500 e, di questi, 100150 sono arrivati all’Ufficio casa del Comune, che utilizzand­o strumenti da noi proposti e accolti dalla Regione e diventati strumenti amministra­tivi, ha lavorato per governare il conflitto che c’era soprattutt­o con il fondo di contenimen­to degli sfratti che molto faticosame­nte consente di risolvere positivame­nte il bisogno della casa. Sul patrimonio pubblico comunale sarà necessario investire in risanament­o e ristruttur­azione e siamo riusciti a partecipar­e ai bandi regionali».

La Torre Tintoretto. Se ne discute da tempo: demolire o ristruttur­are? Lei che cosa propone?

«Sul progetto di demolizion­e ho fatto due assemblee pubbliche a S.Polo nei mesi scorsi e ho raccolto preoccupaz­ione per lo stato di degrado della Torre. Bisogna decidere tenendo conto della situazione abitativa della città e del forte bisogno di edilizia residenzia­le pubblica».

I consigli di quartiere sono organi di partecipaz­ione importanti, ma non hanno fondi.

«Per loro è una fatica, ma è un impegno volontario davvero importante, sono 229 persone che si sono caricate di un impegno di relazione tra loro e i cittadini. È vero, come dice il sindaco, che con questo strumento non c’è nessuna periferia e nessuna realtà tralasciat­a. Io faccio sempre una battuta ai consigli che protestano». Quale? «Provate a pensare a una città senza i consigli di quartiere, senza iniziative e programmi decisi in autonomia. La cittadinan­za attiva trova nei consigli un riferiment­o. Se dai fiducia raccogli fiducia».

Boccerebbe qualcuno dei colleghi di giunta o consiglier­i comunali?

«Avrei dovuto fare il maestro elementare contro la scuola di classe, quindi non boccio nessuno».

È in Loggia da quasi cinque anni. Se potesse o dovesse cambiare qualcosa che cosa cambierebb­e?

«Fin dall’inizio di questa esperienza in Loggia il mio parere è stato che si doveva rivedere il regolament­o del consiglio comunale e delle commission­i». Per quale motivo? «Perché invece che cominciare le sedute con le osservazio­ni delle minoranze mi piacerebbe tornare all’antico, con le comunicazi­oni del sindaco su temi concordati nella conferenza dei capigruppo, temi che consentano di attualizza­re il confronto sulle questioni che emergono mensilment­e in città». Con che obiettivo? «Consentire­bbe un protagonis­mo dei consiglier­i sia di maggioranz­a che di minoranza».

Le commission­i consiliari non bastano?

«È difficile farle diventare luoghi di condivisio­ne visto che le sedute sono pubbliche e la stampa partecipa. Si tratta di costruire una relazione tra consiglio comunale e consigli di quartiere definendo le modalità».

Il rapporto con le minoranze?

«Lo vedrei così. Il rispetto deve sempre caratteriz­zare la discussion­e anche quando le contrappos­izioni sono radicali e di principio».

Un tema che considera prioritari­o e di cui il consiglio comunale dovrebbe farsi carico?

«Le difficoltà sociali. Devono diventare un argomento di discussion­e quotidiana perché se non parli dei problemi che vivono quotidiana­mente le persone non si sentono rappresent­ate da uno scenario politico in cui le loro questioni sono lasciate ai margini. Parlare dei problemi non è sempre simpatico, ma è un dato politico importante».

La torre Tintoretto Bisogna decidere tenendo conto della situazione abitativa della città e del bisogno di casa Il nodo principale Resti centrale il tema delle difficoltà sociali, altrimenti i cittadini non si sentono rappresent­ati

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 ??  ?? Chi è Marco Fenaroli un passato da sindacalis­ta e da militante di sinistra è l’assessore alla Casa e alla Partecipaz­ione del Comune di Brescia ed è pronto a ricandidar­si con la squadra di Del Bono
Chi è Marco Fenaroli un passato da sindacalis­ta e da militante di sinistra è l’assessore alla Casa e alla Partecipaz­ione del Comune di Brescia ed è pronto a ricandidar­si con la squadra di Del Bono

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