Angelo Della Morte è tornato dopo 3 anni
«Non ci lasci senza Angelo», chiede una lettrice in astinenza. Detto, fatto. Angelo Della Morte (dopo tre anni) è tornato in città e anche in libreria. La corsa all’ultima fatica dello scrittore, avvocato e vicesindaco a Bovezzo, Nicola Fiorin, è partita. «Il tredicesimo arcano» (ed. Arpeggio Libero, presentazione oggi a Librixia alle 12) è un intreccio tra tarocchi, tabù e morti da cold case. Pane per Angelo Della Morte, protagonista sempre meno dissoluto e stropicciato dei legal thriller (siamo al quarto) di Fiorin. C’è un padre che sollecita la riapertura del caso della morte della figlia, chiuso come incidente, ma sul quale l’uomo ha la certezza che non si tratti di una fatalità. E si prosegue con una cartomante accusata di estorsione e un excursus in fatti realmente accaduti (lo scandalo dei balletti verdi) per sollevare il velo sull’identità sessuale della vittima del caso da rispolverare. Così, con la soluzione che più volte sfugge, quando sembra a portata di mano, tra malinconia e ironia, si dipana avvincente il racconto, ma anche il cambiamento di Angelo della Morte, ormai trentottenne, alle prese con i bilanci di vita, attraverso le considerazioni esistenziali del suo creatore. «Arrivati a un certo punto c’è la necessità di legarsi a certezze — confida Nicola Fiorin davanti a un caffè fumante, mentre le sue mani si stringono quasi a raccogliere pensieri ed emozioni — c’è da capire se siamo noi artefici del nostro destino o se c’è un destino imperscrutabile e inderogabile da accettare». La razionalità, così, va anche a connotare la vita di Angelo della Morte che, dimenticata l’ex fidanzata Patrizia, comincia a trovare il suo equilibrio con Francesca. Le nuove vicende dell’avvocato Della Morte sono ambientate in una Brescia di cui ora si coglie più l’essenza che gli scorci, essenza che emerge nei moti campanilistici dei dialoghi con il collega Frigerio del foro di Bergamo, tifosissimo dell’Atalanta. Questo Il tredicesimo arcano, giunto a compimento dopo alcuni suggerimenti arrivati dal «maestro» Massimo Carlotto. Infine colpo di scena (non nel libro). «Scrivere per me è un privilegio e i miei lettori sono un regalo che la vita mi ha fatto, ma per un po’ mi fermo — rivela Fiorin — condurrò un programma alla radio e scriverò un libro dedicato alla strage di piazza Loggia».