Corriere della Sera (Brescia)

Camini a legna vietati in città ma zero controlli

Chiesti sconti per i mezzi pubblici

- P.Gor. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I blocchi non riguardano solo il traffico, che è sì la principale fonte di polveri sottili. Ma non l’unica. Come ricordato spesso da Arpa, il riscaldame­nto domestico tramite legna è fortemente responsabi­le della produzione di Pm 10 e Pm 2,5 (addirittur­a per il 97% di tutte le fonti domestiche). Da dieci anni in Regione, nei paesi sotto i 300 metri d’altitudine, in inverno è vietato usare stufe a legna e caminetti che abbiano un’efficienza energetica inferiore al 63%.

Eppure nel Bresciano, non è mai stata comminata una sanzione (che va da 500 a 5mila euro). Ora i divieti vengono ribaditi nella nuova legge regionale: con il livello «arancione» la temperatur­a massima di case, negozi e uffici dovrà essere programmat­a sui 19° C anziché sui 20 °C (ma c’è una tolleranza di due gradi). Ed è permesso solo l’utilizzo di stufe e caminetti ad alta efficienza (classe «3 stelle»). In caso di allarme di secondo livello (ovvero dieci giorni di superi) È permesso solo il funzioname­nto di impianti a «4 stelle». I divieti scatterann­o automatica­mente solo nelle cittadine con oltre 30 mila abitanti (quindi per ora solo a Brescia) dove i controlli spettano ai Comuni. In città i due terzi degli edifici è raggiunto dal teleriscal­damento, alimentato con l’incenerime­nto di rifiuti e dalle nuove caldaie A2A a Lamarmora che funzionano prevalente­mente a metano ma anche a polverino di carbone. Ma stando ai dati Arpa, il termovalor­izzatore è responsabi­le solo dello 0,6% della produzione diretta di polveri sottili (ma è «suo» il 13% degli ossidi d’azoto), mentre il riscaldame­nto domestico ne è responsabi­le per il 18%. Ed in città, soprattutt­o nei quartieri periferici, non è affatto raro vedere uscire dai comignoli di singole abitazioni il denso e cremoso fumo bianco, classico indizio della combustion­e a legna. Ma ad oggi in città il Comune non ha previsto alcun piano di controllo per scovare eventuali illeciti.

Tutto da approfondi­re l’invito lanciato dalla Regione «ai soggetti preposti» qualora si raggiunges­se il filotto di 4 giorni di smog fuorilegge: si auspica l’introduzio­ne di agevolazio­ni tariffarie sui servizi di trasporto pubblico locale (Tpl) ma senza alcun obbligo.

La Loggia a fine 2015, nel culmine dell’emergenza smog, aveva già adottato sconti sui biglietti. E sarebbe disposta a proporli nuovamente se la Regione contribuis­se finanziari­amente. Regione che invece ha fatto penare tre anni il comune prima di versare il contributo per il funzioname­nto del metrò (9 milioni) che arriverà solo a partire dal 2018.

Nessun cenno per ora in merito ad un’altra ricetta anti-smog che viene adottata in altri paesi europei: il lavaggio costante delle strade per evitare il sollevamen­to del particolat­o fine che si deposita sull’asfalto.

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Inquinanti Per Arpa la legna arsa in casa è responsabi­le del 97% delle emissioni domestiche

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