Corriere della Sera (Brescia)

Orzi, il «bello» della debuttante

Domani la prima contro Trieste in A2. Muzio: «Ma ora vogliamo restarci»

- Lu.Ber. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un piccolo paese che ha già battuto Napoli, per coronare il proprio sogno sportivo e salire in Serie A2, ai duelli impossibil­i è abituato. Certo, fa effetto pensare che il giorno dei giorni per la Pallacanes­tro Orzinuovi arriverà domani sera (a causa della sfida al San Filippo tra Italia e Montenegro per le qualificaz­ioni all’Europeo di pallamano femminile) a Brescia. Il primo, storico, match nella seconda serie sarà contro una capitale della palla a spicchi come Trieste. Dove giocano tre ex della Centrale (Fernandez, Cittadini e Loschi), più a loro agio in via Bazoli rispetto a Sollazzo e Olasewere, i grandi colpi di mercato estivi, gli stranieri cui sono affidate le speranze di 12 mila anime, per le quali la squadra di basket ha oltrepassa­to da tempo i confini sportivi.

È un simbolo positivo, un piccolo scrigno da custodire perché una favola così bella, nella pallacanes­tro, è difficile da scrivere. La seconda disciplina a squadre d’Italia calamita le grandi piazze, mentre il volley è l’habitat naturale delle province che si fanno impero: Casalmaggi­ore, poco lontana da qui, ha vinto la Champions League femminile di pallavolo e vanta qualche migliaio di abitanti in più. Un altro sport, per l’appunto, un’altra storia.

Da domani, però, parlare di favola non sarà più opportuno. «Perché ora deve diventare realtà anche in Serie A2. Abbiamo lottato per giocare con le più forti e ora dobbiamo dimostrare di poter restarci». Il messaggio di Alessandro Muzio, orceano doc e braccio destro del presidente Zanotti, è chiaro e incisivo. In tal senso, partire contro la finalista della passata stagione (contro la Virtus Bologna) può persino essere un vantaggio: «Ci tocca mettere le marce alte da subito, meglio così». La scelta del club è stata netta e allo stesso tempo etica. Mantenere lo zoccolo duro della scorsa annata, cui aggiungere i due stranieri già citati e due innesti di livello come Antelli e Ghersetti, ha avuto un doppio fine: «Puntiamo sull’amalgama del gruppo costruito negli ultimi tre anni — aggiunge il ds — e per noi è la scelta vincente. Crediamo che chi è rimasto possa competere anche in A2, dovremo solo modellare le nostre abitudini a un campionato più fisico». Ma senza pubblico, come si fa? «Situazione spiacevole, tuttavia sono convinto che non scenderemo sotto le mille presenze. Il paese farà dei sacrifici, noi con loro». Uniti si vince. O almeno non si retrocede. In bocca al lupo.

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Pronti alla sfida La rosa al completo dell’Agribertoc­chi, matricola terribile

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