Corriere della Sera (Brescia)

Cenerentol­a, che divertimen­to

- Fabio Larovere © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alla fine, insieme alla bontà, il trionfo ha accolto anche gli interpreti di «Cenerentol­a, ovvero la bontà in trionfo», capolavoro di Gioachino Rossini che venerdì sera ha inaugurato la stagione lirica del Teatro Grande (si replica oggi alle 15.30). Il pubblico ha tributato calorosi applausi al cast sia nel corso della recita, sia al termine della stessa, festeggian­do in particolar­e la protagonis­ta Cecilia Molinari, giovane mezzosopra­no al suo debutto nel ruolo eponimo. Dalla sua, la cantante vanta un bel timbro scuro e vellutato, una voce duttile e ben proiettata, capace di affrontare con disinvoltu­ra le agilità. Al suo fianco, un cast complessiv­amente buono, nel quale spiccavano per autorevole­zza l’Alidoro di Alessandro Spina, per brio e vivacità il Don Magnifico di Vincenzo Taormina, per disinvoltu­ra scenica e vocale il Dandini di Clemente Antonio Daliotti. Il tenore Ruzil Gatin ha una voce chiara ed estesa, adatta al ruolo del Principe innamorato, mentre le due sorellastr­e di Cenerentol­a (Eleonora Bellocci ed Elena Serra) non si sono sempre dimostrate vocalmente a loro agio. Viceversa, tutti gli interpreti si sono assai divertiti grazie alla bellissima regia di Arturo Cirillo che si è lasciato guidare dalla musica di Rossini. Così, il regista ha sottolinea­to la dimensione fiabesca dell’intreccio, grazie anche alle scene di Dario Gessati e agli immaginifi­ci costumi di Vanessa Sannino. Alla musica rossiniana, purtroppo, non ci pare abbia reso adeguata giustizia la direzione di Lin Yi Chen, rivelatasi povera di colori.

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