Scuola-lavoro, c’è ancora tanto da fare
Le aziende: «Cerchiamo abilità che non riusciamo ancora a trovare» I docenti: «Unica occasione per capire che fare da grandi»
Resta forse l’unico modo per venire in contatto con il mondo produttivo quando si frequenta ancora la scuola. Ma sul tema dell’alternanza scuola lavoro c’è ancora molto da fare affinché questa opportunità diventi un sistema efficace per convogliare la richiesta delle imprese alle offerte che si trovano sul mercato. «Cerchiamo abilità che non riusciamo ancora a trovare» spiegano all’associazione industriale bresciana quasi a dire che la scelta della formazione non può più prescindere da quello che cerca il mercato. L’alternanza, ribattono a scuola serve anche a questo: capire cosa si vuole fare da grandi.
La disoccupazione giovanile rimane «elevata» e penalizza sia gli operai sia le imprese. Per combattere questo vulnus, non si può che agire riducendo «il divario di competenze» che oggi esiste tra ciò che la scuola offre, sotto forma di proposta didattica, e «le abilità che le aziende cercano e che spesso non trovano». C’è quindi un «gap» che, secondo Paola Artioli, va colmato il prima possibile. La vicepresidente dell’Associazione industriale bresciana, nel suo intervento di ieri al convegno di Isfor, ha sottolineato quanto sia necessario – oggi più che mai – investire nei progetti di alternanza scuolalavoro: «L’allargamento ai licei conferma che la macchina si è messa in moto. Si tratta di un’opportunità che può trasformarsi – dice – in un circolo virtuoso». Nulla è scontato, se solo si considerano le proteste degli studenti decisi a non diventare esecutori di fotocopie negli uffici di aziende o pubbliche amministrazioni. L’alternanza, quindi, va pensata e soprattutto progettata insieme tra istituti scolastici da una parte e imprese dall’altra: non è un caso se la Camera di commercio ha appena approvato un bando per sostenere, tramite un forfait, le aziende che fanno progetti di alternanza. L’impegno di via Einaudi sul tema dell’alternanza (380 mila euro l’anno per tre anni) è molto concreto: alle Camere di commercio la legge affida anche il compito di tenere il registro che permette di incrociare la disponibilità delle aziende a ospitare tirocini, le candidature degli studenti (con i loro curriculum) e il loro percorso professionale. Servono strumenti per far incontrare domanda e offerta di lavoro e la piattaforma nazionale (scuolalavoro.registroimprese.it/rasl/home) nasce proprio per questo. Certo Brescia, rispetto ad altre province, ha più di 10 anni di esperienza alle spalle sul tema dell’alternanza scuola-lavoro. E se nel 2012 gli studenti coinvolti erano circa 10 mila, l’anno scorso il numero era già raddoppiato, interessando il 72% dei ragazzi. «L’alternanza – dice Patrizia Bonaglia dell’Ufficio scolastico provinciale – è l’unica occasione che gli studenti hanno per capire cosa vogliono fare da grandi. Ecco perché servono progetti di qualità e tutor aziendali competenti».
Artioli Dobbiamo trasformare questa opportunità in un circolo virtuoso