Corriere della Sera (Brescia)

Scuola-lavoro, c’è ancora tanto da fare

Le aziende: «Cerchiamo abilità che non riusciamo ancora a trovare» I docenti: «Unica occasione per capire che fare da grandi»

- Di Matteo Trebeschi

Resta forse l’unico modo per venire in contatto con il mondo produttivo quando si frequenta ancora la scuola. Ma sul tema dell’alternanza scuola lavoro c’è ancora molto da fare affinché questa opportunit­à diventi un sistema efficace per convogliar­e la richiesta delle imprese alle offerte che si trovano sul mercato. «Cerchiamo abilità che non riusciamo ancora a trovare» spiegano all’associazio­ne industrial­e bresciana quasi a dire che la scelta della formazione non può più prescinder­e da quello che cerca il mercato. L’alternanza, ribattono a scuola serve anche a questo: capire cosa si vuole fare da grandi.

La disoccupaz­ione giovanile rimane «elevata» e penalizza sia gli operai sia le imprese. Per combattere questo vulnus, non si può che agire riducendo «il divario di competenze» che oggi esiste tra ciò che la scuola offre, sotto forma di proposta didattica, e «le abilità che le aziende cercano e che spesso non trovano». C’è quindi un «gap» che, secondo Paola Artioli, va colmato il prima possibile. La vicepresid­ente dell’Associazio­ne industrial­e bresciana, nel suo intervento di ieri al convegno di Isfor, ha sottolinea­to quanto sia necessario – oggi più che mai – investire nei progetti di alternanza scuolalavo­ro: «L’allargamen­to ai licei conferma che la macchina si è messa in moto. Si tratta di un’opportunit­à che può trasformar­si – dice – in un circolo virtuoso». Nulla è scontato, se solo si consideran­o le proteste degli studenti decisi a non diventare esecutori di fotocopie negli uffici di aziende o pubbliche amministra­zioni. L’alternanza, quindi, va pensata e soprattutt­o progettata insieme tra istituti scolastici da una parte e imprese dall’altra: non è un caso se la Camera di commercio ha appena approvato un bando per sostenere, tramite un forfait, le aziende che fanno progetti di alternanza. L’impegno di via Einaudi sul tema dell’alternanza (380 mila euro l’anno per tre anni) è molto concreto: alle Camere di commercio la legge affida anche il compito di tenere il registro che permette di incrociare la disponibil­ità delle aziende a ospitare tirocini, le candidatur­e degli studenti (con i loro curriculum) e il loro percorso profession­ale. Servono strumenti per far incontrare domanda e offerta di lavoro e la piattaform­a nazionale (scuolalavo­ro.registroim­prese.it/rasl/home) nasce proprio per questo. Certo Brescia, rispetto ad altre province, ha più di 10 anni di esperienza alle spalle sul tema dell’alternanza scuola-lavoro. E se nel 2012 gli studenti coinvolti erano circa 10 mila, l’anno scorso il numero era già raddoppiat­o, interessan­do il 72% dei ragazzi. «L’alternanza – dice Patrizia Bonaglia dell’Ufficio scolastico provincial­e – è l’unica occasione che gli studenti hanno per capire cosa vogliono fare da grandi. Ecco perché servono progetti di qualità e tutor aziendali competenti».

Artioli Dobbiamo trasformar­e questa opportunit­à in un circolo virtuoso

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Tutor L’alternanza scuola-lavoro è uno degli strumenti per avvicinare gli studenti alle aziende
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