Corriere della Sera (Brescia)

L’Alto Garda brucia: è emergenza

- Rodella

L’assessore regionale Simona Bordonali ha chiesto al ministro Marco Minniti che sia decretato lo stato di emergenza. Decine di volontari lavorano senza sosta, ma l’Alto Garda continua a bruciare: circa 300 ettari in fumo sui boschi sopra Tremosine, nella zona speciale di conservazi­one.

A guardare la «devastazio­ne», senza poterla arginare, ci è andato di persona, fino alle due del pomeriggio. Poi un’altra riunione, e l’ennesimo aggiorname­nto. Che dice di numeri drammatici: «Oltre trecento ettari di boschi in fumo» conferma in serata Davide Pace, presidente della Comunità montana parco Alto Garda. I monti sopra il Benaco, tra Tremosine e la Valle di Ledro, bruciano ancora, da venerdì. Perché qualcuno — è l’ipotesi più probabile — l’ha voluto, vista l’origine dolosa (quasi certa) dei roghi. «Due focolai sono stati accesi in maniera sistematic­a, per colpire proprio lì». Lì significa il Corno della Marogna, Sito di interesse comunitari­o individuat­o dall’Unione europea con la direttiva Habitat come bacino di conservazi­one della ricchezza e biodiversi­tà. Che peraltro proprio per sua natura non potrebbe essere «riutilizza­to» a scopi privati o speculativ­i.

La situazione è gravissima. Ieri al lavoro — da più di 72 ore — oltre a una quarantina di volontari e 15 vigili del fuoco, anche due «piccoli« elicotteri (uno di Regione Lombardia, l’altro in capo alla Provincia di Trento) e un Canadair. «Il problema è che a questo punto per ridurre i fronti degli incendi abbiamo bisogno di grossi mezzi». O i tre focolai continuera­nno a «ripartire».

Non bastasse, l’emergenza roghi sta divorando centinaia di ettari di boschi anche a Varese e Torino. Al punto che l’assessore regionale alla Protezione Civile Simona Bordonali ha chiesto «lo stato di emergenza nazionale» al ministro dell’Interno, Marco Minniti, in visita proprio a Torino e Varese. Primo obiettivo: «Contenere le fiamme affinché non si spingano oltre, verso Valvestino». Nella speranza che non ci metta lo zampino pure il vento, «che mi preoccupa tantissimo» ammette Beatrice Zambiasi, direttrice della Comunità montana Parco alto Garda. Anche lei, in serata, è ancora al lavoro. E non nasconde rabbia e rammarico: «A livello ambientale l’incendio ha distrutto gran parte di questa zona speciale di conservazi­one» (ce ne sono altre tre, le quali formano la così detta Zona di protezione speciale). «Una ricchezza di habitat incredibil­e», sospira, pensando alla posta in gioco, altissima: «Il rischio per la salute e per i volontari al lavoro senza sosta, oltre che per questo patrimonio ambientale che anche a livello europeo si è deciso di tutelare».

Claudio Cominardi, portavoce del movimento Cinque Stelle alla Camera, punta proprio sulla prevenzion­e (mancata), ricordando «lo scioglimen­to del Corpo forestale che ha ridotto le forze in campo a tutela dell’ambiente e la cronica mancanza di uomini e mezzi»: «È ora di investire in maniera massiccia a tutela del territorio». La Lac di Torino, invece, chiede la sospension­e della caccia nelle zone devastate dalle fiamme.

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Roghi Bruciano i boschi del Garda

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