Corriere della Sera (Brescia)

Strage, «Tramonte sconti la pena qui»

L’appello di Manlio Milani affinché «il governo non lasci nulla di intentato»

- M. Rod.

Si trova in carcere in Portogallo dal 21 giugno scorso, in attesa che la Corte Suprema si pronunci sul suo ricorso. Ma del destino di Maurizio Tramonte, condannato definitiva­mente all’ergastolo per la strage di piazza Loggia con Carlo Maria Maggi, si preoccupa anche Manlio Milani, presidente di Casa della Memoria: «Il Governo italiano non lasci nulla di intentato perché sconti la pena in Italia». Altrimenti sarà «uno sfregio al Paese, alle istituzion­i e alle vittime».

Non parlarne non significa dimenticar­e. Almeno così dovrebbe essere. Ma la Casa della Memoria preferisce non correre il rischio, e il suo appello lo indirizza a Roma. Al presidente del Consiglio e ai ministri degli Esteri e della Giustizia. Strage: dopo 43 anni il 20 giugno la Cassazione conferma l’ergastolo per Carlo Maria Maggi (a capo di Ordine Nuovo nel Triveneto) e Maurizio Tramonte (ex informator­e del Sid) arrestato su mandato europeo il giorno dopo a Fatima. E in Portogallo, che peraltro non contempla la pena a vita, ancora si trova detenuto in carcere, nell’attesa della decisione della Corte Suprema sulla sua estradizio­ne (accolta dai giudici e dalla Corte d’appello di Evora). «Non sappiamo ancora quando il ricorso di Tramonte sarà discusso nè, soprattutt­o, conosciamo quali iniziative il Governo italiano abbia messo in atto perché la pena venga scontata in Italia» denuncia il presidente della Casa della Memoria, Manlio Milani. Che ricorda come, in veste di Associazio­ne dei familiari delle vittime della Strage, «abbiamo salutato con commozione e convinzion­e» il valore di una sentenza («a cui noi familiari dei caduti insieme alla città di Brescia abbiamo contribuit­o a raggiunger­e tenendo alta la memoriae la domanda di giustizia e verità senza abbandonar­e i principi di diritto») intesa come «una vittoria della democrazia e delle sue istituzion­i». Istituzion­i che adesso sono chiamate a scendere in campo. «Sentiamo la necessità che il Governo italiano non lasci nulla di intentato perché Maurizio Tramonte sconti la sua pena qui. Diversamen­te, costituirà uno sfregio al Paese, alle sue istituzion­i e alla memoria dei caduti della strage di piazza Loggia».

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