Corriere della Sera (Brescia)

PASQUALE MARINO La sua rivoluzion­e calma Tattica e i gol dell’Airone

- Luca Bertelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Poche cose, fatte bene. Molto bene. Pasquale Marino non è quel genere di allenatore che ha bisogno di spaccare bottigliet­te e consumare corde vocali per dare la scossa. Non ama la teatralità, ha le mani spesso in tasca durante la partita, come un qualsiasi tifoso infreddoli­to. Interviene se necessario, in due settimane è andato persino oltre le sue abitudini: gattoparde­sco nell’esordio con il Novara, ha virato sul 4-3-3 a Cremona per provare a invertire la rotta; arrivata un’altra sconfitta, ha plasmato un 3-4-2-1 pensato di notte e elaborato in un allenament­o e mezzo. Ha fatto centro. Dietro ai suoi occhiali da professore, si cela un uomo interessat­o a insegnare alla squadra cosa vuole sul campo piuttosto che ad entrare nella loro anima. Esiste, tuttavia, pure un pizzico di psicologia nella svolta calma, pur impetuosa nei risultati, che ha rilanciato in 5 giorni il Brescia facendolo impennare dal penultimo posto ai confini della zona play off. Marino si è inventato analista con Andrea Caracciolo, che a 36 anni non ha bisogno di motivatori per far esplodere la propria classe. Gli serve solo fiducia. Incontroll­ata. Il nuovo allenatore gliel’ha data, senza gestirlo, come era avvenuto con Boscaglia così come con Brocchi e Cagni. «Mi ha fatto sentire importante, sto bene e vado sfruttato anche sul campo», ha detto l’Airone dopo il suo sabato di gloria, acclamato dal pubblico avversario come avvenuto in Italia solo ai più grandi (Baggio, Maldini, Del Piero, Totti). Messaggio subliminal­e: non è ancora tempo per impieghi «alla Altafini», partendo dalla panchina. «Caracciolo è unico: se sta bene, gioca. E sta bene», aveva detto di lui Marino un giorno prima, a cementare un patto d’acciaio. Sabato, a Mompiano contro il Venezia, si andrà avanti senza cambiare nulla. Non rientrerà nemmeno Meccariell­o, per il quale sarà necessario l’intervento chirurgico al menisco sinistro (almeno un mese di stop). Ma ora il Brescia non ha più paura. Nemmeno di se stesso.

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