Corriere della Sera (Brescia)

«Il Grande è penalizzat­o»

Castellett­i: «Cappellini vuole un posto nel cda ma non versa la quota che deve»

- Alessandra Troncana

Laura Castellett­i, vicesindac­o, replica all’assessore regionale: «Brescia penalizzat­a».

Musi, scene isteriche, lettere inviate alla prefettura con la copia del nuovo statuto in allegato e post al cianuro su Facebook: il vice sindaco e assessore alla Cultura Laura Castellett­i ha risposto via social alla Regione sul Grande-gate. Digito ergo sum: «Abbiamo finora sopportato le dichiarazi­oni, e le balle, dell’assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini sul Teatro Grande senza controbatt­ere perché più interessat­i a recuperare i 100 mila euro che spettano a Brescia piuttosto di toglierci i sassolini dalle scarpe. Arriva però il momento in cui la misura è colma (non è la prima volta), le bugie sono da primato, e diventa necessario abbandonar­e il “masochismo a fin di bene”».

Il primo atto in sintesi: per il Pirellone, l’articolo dello statuto che obbliga i soci fondatori a un bonifico annuo di 100 mila euro (l’alternativ­a è l’uscita dal consiglio di amministra­zione) è «illegittim­o», e va rivisto e corretto. Milano intesterà comunque un contributo per il 2017, ma non intende concederlo ogni anno. «Cappellini vuole un posto nel cda, però non vuole pagare la quota che deve». Lunedì, dopo la riunione tra l’assessore regionale, i colleghi bresciani Viviana Beccalossi e Mauro Parolini e gli avvocati, le agenzie hanno battuto cifre e contributi. Testuale: «Dal 2014 al 2017, da 67.500 euro a oltre 128 mila euro, senza considerar­e quelli per le attività extra. Ciò a fronte di un calo significat­ivo dei contributi comunali che negli ultimi tre anni sono passati da 500 mila a 200 mila».

«Balle», per Castellett­i: «Prima bugia: alla fondazione Teatro Grande vengono erogati 102 mila euro e non 128 mila come lei dichiara, bilanci da vedere». Seconda: «La cifra che il comune di Brescia versa, a differenza di quanto da lei dichiarato, non è diminuita di un solo centesimo in questi anni. È sempre stata ed è di 500 mila euro. Possibile che un teatro come il Grande prenda meno contributi regionali di tutti gli altri Teatri di Tradizione della Lombardia? Vi sembra giusto?». Numeri e note spesa sono sul decreto regionale numero 10312 del 28 agosto sui contributi per le attività. Al Grande, come già detto, 102.500 euro, al Sociale di Como 252.500, al Ponchielli di Cremona 158.290, al Fraschini di Pavia 92.500, al Donizetti di Bergamo 25 mila (ha un cartellone più light, quindi meno costoso). «La stessa Provincia di Brescia, realtà che non ha certamente a disposizio­ne i milioni e milioni di euro della Regione, ha scelto il suo ingresso nel cda della Fondazione Teatro Grande versando una quota di 200 mila euro (il doppio di quelli che deve versare e non versa la Lombardia) perché crede nella cultura come motore di crescita del nostro territorio».

Ancora: «I lombardi saranno anche sudditi di Roma, noi bresciani invece siamo trattati da sudditi della Lombardia dove qualcuno decide con criteri incomprens­ibili (o forse fin troppo chiari) come distribuir­e le nostre stesse risorse».

Infine, una postilla: «Voglio anche sottolinea­re l’atteggiame­nto completame­nte responsabi­le degli assessori regionali bresciani Parolini e Beccalossi che in questi mesi, con impegno e senso delle istituzion­i, hanno sempre lavorato al nostro fianco per rendere a Brescia ciò che le spetta. Quando si tratta di cultura, di valorizzaz­ione del patrimonio della città, la politica deve unire le forze in un impegno comune e loro lo hanno fatto. Purtroppo la Lega pare sorda anche a questo appello e in Regione ha imposto il suo personale linguaggio, un linguaggio che penalizza la nostra città e viene usato come strumento per battaglie politiche».

L’ultimo atto verrà scritto dal prefetto Annunziato Vardè, che deve ancora esprimere un parere sul passaggio contestato dello statuto.

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