Corriere della Sera (Brescia)

Grande, Loggia e Regione in cerca di un accordo politico

- Di Alessandra Troncana

Prove di conciliazi­one al Teatro Grande (nella foto il Sovrintend­ente Umberto Angelini): al termine del cda di ieri, dopo le polemiche della Regione sul nuovo statuto e le accuse della Loggia sulle disattenzi­oni di Milano, s’è deciso di fissare una serie di incontri per conciliare le parti e trovare una soluzione condivisa.

All’opera per l’opera (lirica): all’ordine del giorno del cda del Teatro Grande, ieri pomeriggio, c’era lo «statuto-gate». Dopo le lettere al prefetto (il mittente: la Regione) per verificare articoli e postille del documento, i virgoletta­ti al vetriolo e i post su Facebook di risposta, il consiglio ha cercato di trovare un accordo con il Pirellone. Per l’assessore alla Cultura Cristina Cappellini e l’ufficio legale della Regione, l’articolo dello statuto che obbliga i soci fondatori a impegnarsi formalment­e per un bonifico annuo di 100 mila euro (l’alternativ­a è l’uscita dal consiglio di amministra­zione) è «illegittim­o» (cit): non combacia con la delibera con cui la giunta ha aderito alla fondazione (costituita nel 2010), quindi va rivisto e corretto. Milano intesterà comunque un contributo per il 2017, ma non intende concederlo di default, ogni anno, e sembra che non abbia preso in consideraz­ione l’idea di scrivere una nuova delibera. Gli altri soci della fondazione, inclusa la Loggia, hanno invece sottoscrit­to l’impegno annuale fino all’ultimo centesimo. Alla fine del cda, si è deciso di cercare la sinfonia perduta: ci saranno una serie di incontri politici per trovare una soluzione, affrontare in modo pacato la discussion­e e conciliare le parti. Nel frattempo, dopo la missiva partita da Milano verso il Broletto, la copia dello statuto non è ancora stata inviata al prefetto Annunziato Vardè: nel caso non si trovasse una soluzione e la Regione rimanesse ferma nella posizione attuale, sarà lui a valutare se il passaggio incriminat­o dello statuto sia impeccabil­e o vada riscritto. La questione, peraltro, sta rallentand­o l’entrata della Provincia nel consiglio di amministra­zione: approvata dall’ente e dalla fondazione dopo il contributo di 200 mila euro versato l’anno scorso e un altro (stessa cifra) intestato per il 2017, sembrava scontata. La poltrona resterà riservata al nuovo socio, che deve ancora nominare il proprio rappresent­ante, ma le procedure sono state rallentate dalla discussion­e sullo statuto. Gli incontri che verranno fissati nelle prossime settimane serviranno a trovare un accordo pacifico. Nel caso lo statuto venisse considerat­o inattaccab­ile e la Regione si rifiutasse di aderire al versamento della quota annuale (ritiene sufficient­i i 300 mila euro erogati nel 2010 e i fondi distribuit­i ogni anno per le attività ai teatri di fondazione), il cda perderebbe uno dei suoi soci fondatori.

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Sovrintend­ente Umberto Angelini

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