Corriere della Sera (Brescia)

Il sindaco di Trenzano aderisce a CasaPound: è il primo in Italia

«Col Fascismo l’Italia ha avuto uno Stato forte. Le leggi razziali? Indifendib­ili»

- Di Vittorio Cerdelli

Non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per le formazioni di estrema destra e nemmeno della sua fede fascista. Ora rischia di passare alla storia (si fa per dire) come il primo sindaco di CasaPound. L’adesione di Andrea Bianchi ( foto), primo cittadino di Trenzano, è arrivata due mesi fa, ma è stata resa nota ieri.

Delle polemiche, se ne fregherà anche questa volta. L’Anpi, la minoranza, pure il parroco del Paese: se gli chiederann­o di dimettersi, ascolterà tutti ma risponderà picche. «Rimetterò il mandato solo se me lo chiederà la mia giunta ma non credo lo faranno: dobbiamo continuare a lavorare con il solito motto». «Prima gli italiani», appunto. Andrea Bianchi, 39enne sindaco di Trenzano, è abituato a prendere posizioni forti e controvers­e. La più eclatante è stata resa pubblica ieri: due mesi fa Bianchi ha aderito a CasaPound Italia.

È il primo sindaco italiano a tesserarsi con il movimento di estrema destra: CasaPound si rifà chiarament­e al fascismo (“Fascisti del terzo millenno”, li hanno definiti) e questo fa di Bianchi il primo sindaco dichiarata­mente fascista d’Italia.

«Tutti sanno già delle mie posizioni, vicine sia a CasaPound che a Forza Nuova. Per questo ho creato polemiche ricevendo minacce e denunce. Non mi sono tesserato per avere delle etichette e so di aver fatto una scelta scomoda: volevo dare il mio contributo a un movimento che ha idee che condivido» spiega il sindaco al Corriere.

Perché non ha reso subito pubblico il suo tesseramen­to?

«È stata una mia scelta da cittadino e non da sindaco, lo ha fatto CasaPound e va bene così. Non mi sono mai nascosto».

Quando è stato eletto per la prima volta, nel 2008, era un liberista convinto di Forza Italia. Nel 2013 ha fondato una sua lista, spiccatame­nte di destra, e ora aderisce a CasaPound.

«Ho svoltato politicame­nte entrando nelle istituzion­i: nella mia esperienza vedo una società con grandi problemi e uno Stato che delega tutto al libero mercato. Io voglio uno Stato forte, etico e che si fa carico dei bisogni lavorativi e sociali della comunità. Non definirei CasaPound xenofoba ma sovranista: siamo contro l’immigrazio­ne senza regole».

Siamo pragmatici: le minoranze le chiederann­o di dimettersi, l’Anpi e i centri sociali faranno polemica.

«Io rispondo solo alla mia giunta e in realtà credo non cambierà nulla, oggi nessuno si è lamentato e continuerò a fare il mio lavoro. Le polemiche saranno inevitabil­i, pazienza».

Il suo motto è «prima gli italiani»: a Trenzano avete fatto qualcosa o è rimasto uno slogan?

«Due esempi: per avere agevolazio­ni sulle mense scolastich­e bisogna essere residenti da almeno 3 anni, per avere una casa popolare ne servono 10. Credo che questi servizi dovrebbero essere dedicati solo a chi è italiano ma purtroppo non posso ancora farlo: sarebbe discrimina­zione. Vorrei fare molto di più per il sociale, ristruttur­ando e ampliando la gamma delle case popolari, e per l’ambiente, valorizzan­do le rogge e spingendo sulla mobilità sostenibil­e, magari con il metrò fino a qui. È un tema a cui tengo, infatti Trenzano è ai primi posti in Italia per la differenzi­ata».

CasaPound inneggia al fascismo: cos’è per lei il Ventennio?

«È stato un momento storico in cui l’Italia ha avuto uno Stato forte, serio e capace di risolvere i problemi sociali e lavorativi. Dal 1938, con le leggi razziali, indifendib­ili, è incappato in una serie di errori gravi e drammatici che hanno vanificato quanto di buono è stato fatto».

Se le chiedesser­o di impegnarsi in qualche ruolo più in vista?

«Sono a disposizio­ne. Sia a Trenzano, se i cittadini vorranno dare continuità ai miei due mandati nonostante questa etichetta scomoda, che per CasaPound».

Nel 2015, dopo aver partecipat­o a una manifestaz­ione di Forza Nuova, ha scritto “Stato di merda” su Facebook in polemica con la Questura ed è stato denunciato. Altra denuncia, per vilipendio allo Stato, nel 2017, quando ha scritto «il fascismo tornerà».

«Nel primo caso mi è arrivata solo la sentenza di condanna pecuniaria, a cui ho fatto ricorso e vedremo in Tribunale. Per il secondo episodio attendo ancora che mi arrivi la denuncia del Prefetto Vardè».

«I problemi saranno inevitabil­i, pazienza. Il movimento non è xenofobo ma sovranista» Dimissioni? Io rispondo solo alla mia giunta e penso che non cambierà nulla nel mio lavoro

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