Corriere della Sera (Brescia)

Furti, i commercian­ti si «armano»

Allarmi, vigilanza, vetri blindati. Tanti ricorrono al nebbiogeno: il fumo scaccia ladri

- di Vittorio Cerdelli

I commercian­ti non si sentono sicuri, anche se i colpi negli ultimi due anni sono lievemente calati. Sono sempre più numerosi i negozianti che ricorrono alla tecnologia per rendere inviolabil­e il proprio negozio, o quantomeno ridurre il danno durante l’attacco. Va per la maggiore l’allarme con «nebbiogeno»: in caso di spaccata il fumo invade i locali e i ladri sono costretti a fuggire (senza bottino).

L’auto lanciata contro la vetrina a tutta velocità. I frammenti di vetro che schizzano ovunque, l’adrenalina alle stelle. Bisogna fare in fretta, prendere la merce e poi fuggire. Con il bottino, il più ricco possibile. I furti alle attività commercial­i sono un problema enorme. Ne sanno qualcosa i commercian­ti bresciani: all’Eni di Castelcova­ti, la scorsa settimana, i ladri hanno addirittur­a usato un trattore come ariete e sono scappati con sigarette e contanti. Ma adesso i negozianti si sono attrezzati. La tecnologia fornisce nuovi strumenti per difendersi dagli attacchi. E limitare i danni: uno degli ultimi ritrovati è il «nebbiogeno», la nebbia avvolge il negozio in pochi secondi, rubare diventa impossibil­e.

I furti agli esercizi commercial­i, triplicati dal 2004 al 2016 a Brescia e in Lombardia, sono arrivati al loro picco tra il 2013 e il 2014. Negli ultimi due anni, forse grazie al boom di investimen­ti nella sicurezza privata e ai controlli delle forze dell’ordine, si osserva un lieve calo, ma spaccate e taccheggi restano l’incubo degli esercenti.

Nel 2016 ci sono stati 651 furti in città, 2.140 in provincia e 21.263 in Lombardia, circa il triplo dei 7.552 del 2004. I ladri la fanno (quasi) sempre franca. In Lombardia, nel 2016, solo il 24,6% degli autori di furti ai danni di esercizi commercial­i è stato preso.

«La sensazione di insicurezz­a è elevata», spiega Carlo Massoletti, presidente Ascom Brescia, snocciolan­do un’analisi di Confcommer­cio. Il 92% degli eser- centi lombardi pensa che le leggi attuali siano inefficaci, l’85% reputa che i condannati non scontino la pena e il 79% crede che la misura più utile per combattere la criminalit­à verso gli esercenti sarebbe l’inasprimen­to delle pene. «La statistica va contestual­izzata sul lungo periodo e speriamo che il calo prosegua, ma negli ultimi anni abbiamo assistito a un fenomeno di polarizzaz­ione dei furti — continua Massoletti — oggi i ladri sono disperati che agiscono senza alcuna programmaz­ione o bande di profession­isti che acquisisco­no informazio­ni, operano in pochi minuti e sanno già come piazzare la merce. Se ne liberano quasi immediatam­ente e spesso, dopo alcuni giri, viene pure rivenduta attraverso canali legali».

L’investimen­to nelle misure di sicurezza privata, secondo Massoletti e i rosei bilanci delle aziende del settore (Fidelitas, gruppo specializz­ato nella vigilanza all’85% di proprietà della Fgh di Giacomo Gnutti, socio di minoranza la famiglia Ferrara di Bergamo, è passato dagli 87 milioni di ricavi del 2014 ai 101 del 2016. Nel 2017, si stima un fatturato di 103 milioni n.d.r.) è in continua crescita. L’80% degli esercenti, per l’analisi Confcommer­cio, ha investito in sicurezza: il 50% ha un allarme, il 19% paga un’azienda di vigilanza privata, il 16% ha vetrine corazzate. «I costi sono elevati e assume sempre più rilievo anche la cyberprote­zione: dal 25 maggio 2018 le imprese che trattano dati personali dei clienti avranno l’onore di proteggerl­i. Pensate a newsletter e messaggini con gli sconti», continua.

Prezziari alla mano: una vetrina blindata parte dai 1.800 euro, un buon allarme con ponte radio costa 4.000 euro, un apparecchi­o nebbiogeno (dopo pochi secondi una coltre di fumo satura l’ambiente, impedisce ai ladri di vedere e limita i danni) costa dai 1.500 euro in su, simile il prezzo per le travi anti-sfondament­o.

Il bando «Impresa Sicura» della Regione — , scadenza per presentare le domande il 21 dicembre prossimo — va incontro agli esercenti e prevede un contributo a fondo perduto del 50% (con un limite massimo però di 5.000 euro) proprio sugli investimen­ti effettuati in sicurezza dai commercian­ti per l’attività. «Gli uffici di Confcommer­cio sono a disposizio­ne per aiutare a compilare le domande», conclude Massoletti.

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