Furti, i commercianti si «armano»
Allarmi, vigilanza, vetri blindati. Tanti ricorrono al nebbiogeno: il fumo scaccia ladri
I commercianti non si sentono sicuri, anche se i colpi negli ultimi due anni sono lievemente calati. Sono sempre più numerosi i negozianti che ricorrono alla tecnologia per rendere inviolabile il proprio negozio, o quantomeno ridurre il danno durante l’attacco. Va per la maggiore l’allarme con «nebbiogeno»: in caso di spaccata il fumo invade i locali e i ladri sono costretti a fuggire (senza bottino).
L’auto lanciata contro la vetrina a tutta velocità. I frammenti di vetro che schizzano ovunque, l’adrenalina alle stelle. Bisogna fare in fretta, prendere la merce e poi fuggire. Con il bottino, il più ricco possibile. I furti alle attività commerciali sono un problema enorme. Ne sanno qualcosa i commercianti bresciani: all’Eni di Castelcovati, la scorsa settimana, i ladri hanno addirittura usato un trattore come ariete e sono scappati con sigarette e contanti. Ma adesso i negozianti si sono attrezzati. La tecnologia fornisce nuovi strumenti per difendersi dagli attacchi. E limitare i danni: uno degli ultimi ritrovati è il «nebbiogeno», la nebbia avvolge il negozio in pochi secondi, rubare diventa impossibile.
I furti agli esercizi commerciali, triplicati dal 2004 al 2016 a Brescia e in Lombardia, sono arrivati al loro picco tra il 2013 e il 2014. Negli ultimi due anni, forse grazie al boom di investimenti nella sicurezza privata e ai controlli delle forze dell’ordine, si osserva un lieve calo, ma spaccate e taccheggi restano l’incubo degli esercenti.
Nel 2016 ci sono stati 651 furti in città, 2.140 in provincia e 21.263 in Lombardia, circa il triplo dei 7.552 del 2004. I ladri la fanno (quasi) sempre franca. In Lombardia, nel 2016, solo il 24,6% degli autori di furti ai danni di esercizi commerciali è stato preso.
«La sensazione di insicurezza è elevata», spiega Carlo Massoletti, presidente Ascom Brescia, snocciolando un’analisi di Confcommercio. Il 92% degli eser- centi lombardi pensa che le leggi attuali siano inefficaci, l’85% reputa che i condannati non scontino la pena e il 79% crede che la misura più utile per combattere la criminalità verso gli esercenti sarebbe l’inasprimento delle pene. «La statistica va contestualizzata sul lungo periodo e speriamo che il calo prosegua, ma negli ultimi anni abbiamo assistito a un fenomeno di polarizzazione dei furti — continua Massoletti — oggi i ladri sono disperati che agiscono senza alcuna programmazione o bande di professionisti che acquisiscono informazioni, operano in pochi minuti e sanno già come piazzare la merce. Se ne liberano quasi immediatamente e spesso, dopo alcuni giri, viene pure rivenduta attraverso canali legali».
L’investimento nelle misure di sicurezza privata, secondo Massoletti e i rosei bilanci delle aziende del settore (Fidelitas, gruppo specializzato nella vigilanza all’85% di proprietà della Fgh di Giacomo Gnutti, socio di minoranza la famiglia Ferrara di Bergamo, è passato dagli 87 milioni di ricavi del 2014 ai 101 del 2016. Nel 2017, si stima un fatturato di 103 milioni n.d.r.) è in continua crescita. L’80% degli esercenti, per l’analisi Confcommercio, ha investito in sicurezza: il 50% ha un allarme, il 19% paga un’azienda di vigilanza privata, il 16% ha vetrine corazzate. «I costi sono elevati e assume sempre più rilievo anche la cyberprotezione: dal 25 maggio 2018 le imprese che trattano dati personali dei clienti avranno l’onore di proteggerli. Pensate a newsletter e messaggini con gli sconti», continua.
Prezziari alla mano: una vetrina blindata parte dai 1.800 euro, un buon allarme con ponte radio costa 4.000 euro, un apparecchio nebbiogeno (dopo pochi secondi una coltre di fumo satura l’ambiente, impedisce ai ladri di vedere e limita i danni) costa dai 1.500 euro in su, simile il prezzo per le travi anti-sfondamento.
Il bando «Impresa Sicura» della Regione — , scadenza per presentare le domande il 21 dicembre prossimo — va incontro agli esercenti e prevede un contributo a fondo perduto del 50% (con un limite massimo però di 5.000 euro) proprio sugli investimenti effettuati in sicurezza dai commercianti per l’attività. «Gli uffici di Confcommercio sono a disposizione per aiutare a compilare le domande», conclude Massoletti.