Marijuana a tonnellate in spiaggia e cocaina a chili in auto: 16 arresti
Albanesi i vertici dell’organizzazione ma ci sono anche italiani, tutti di Brescia
Charter, berline, gommoni: non si sono fatti mancare nulla. Giusto in aereo, per fortuna, non sono riusciti a stivare la droga. Che via mare viaggiava anche a tonnellate.
Su disposizione del gip e richiesta della procura i carabinieri del Nucleo investigativo hanno eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare per traffico internazionale di stupefacenti: 14 in carcere e due ai domiciliari (in tre risultano latitanti). Per altri tre è scattato l’obbligo di dimora. In tutto venti indagati (uno è stato denunciato a piede libero). C’erano uomini albanesi e quattro italiani (tra cui una donna): tutti di casa a Brescia. Scaltri, senza scrupoli, meticolosissimi. Tra la fine del 2016 e il maggio scorso hanno movimentato chili e chili tra marijuana e cocaina. Due, quindi, i canali di approvvigionamento: Olanda per la polvere bianca, Albania per l’«erba». E altrettante pure le strategie di trasporto per importarle in Italia e nel Bresciano. La cocaina arrivava dall’Olanda. A chili. A ognuno il suo ruolo. C’era chi partiva, in aereo, e arrivava a destinazione per contrattare ordinativi, prezzi, orari e luoghi. Una volta messo a punto il piano d’azione, dall’Italia partivano le auto. Vuote. Caricavano fino a cinque chili di stupefacente a viaggio e ripassavano il confine: la cocaina veniva nascosta nei doppifondi sotto i sedili piuttosto che dietro le autoradio, munite di calamite per recuperare i pacchi.
Discorso diverso per la marijuana: parliamo di migliaia di chili alla volta. Trasportati su decine di gommoni che parivano da Valona, destinazione le coste della Calabria ionica. È lì che, in spiaggia, al calare del buio comparivano gli addetti allo «smistamento»: è capitato che, in una sola partita, attraccassero sulla costa qualcosa come tre tonnellate di marijuana. Destinate poi alle piazze di mezza Italia, naturalmente. Brescia compresa. Per ricostruire la filiera criminale gli inquirenti sono pariti da decine di arresti in flagranza nei confronti dei «piccoli» acquirenti che compravano la droga dall’organizzazione.