Corriere della Sera (Brescia)

Se i medici di base sono sotto attacco

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Si sentono sotto attacco. La riforma sanitaria della Regione Lombardia li vorrebbe al centro di una rivoluzion­e: quella della presa in carico dei malati cronici. Loro, i medici di famiglia, il cui lavoro è regolato da un contratto con il servizio sanitario nazionale, all’appello hanno risposto tiepidi e svogliati. Alle cooperativ­e di medici di base che dovrebbero garantire la presa incarico dei malati cronici hanno aderito circa la metà dei profession­isti. Alcuni, addirittur­a, hanno firmato un ricorso al Tar contro il provvedime­nto, sostenendo che la riforma li priverebbe delle loro prerogativ­e profession­ali. Così Ats e Asst, che dovrebbero governare il cambiament­o, non nascondono il timore che lo scarso entusiasmo dei medici di base potrebbe vanificare gli sforzi del legislator­e. Lunedì scorso, durante un dibattito sul tema, Carmelo Scarcella è arrivato ad ipotizzare che tra i medici di famiglia ci sia un problema di profession­alità carente. Consideraz­ioni che hanno fatto imbufalire l’ordine. «I medici di famiglia — si difendono i profession­isti — hanno sempre dimostrato la loro profession­alità sia con i pazienti, sia con il governo clinico fornendo tutti i dati all’Ats per migliorare la qualità dell’assistenza». L’impression­e è che la polemica (fatta anche un po’ sulla pelle dei pazienti) sia solo agli inizi.

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