Corriere della Sera (Brescia)

Nadia Fanchini torna in pista dopo l’infortunio

- di Michele Galoppini

Il ritorno dopo l’infortunio: è a Lake Louise per due discese e un superG

Undici mesi fa la terribile caduta sulla pista di Altenmarkt­Zauchensee, poi due operazioni al braccio, l’ultima cinque mesi fa. Ma Nadia Fanchini ha sfoderato lo spirito da leonessa, emblema della Brescia che rappresent­a e della squadra di velocità femminile, le DHLions, ed è pronta a tornare al cancellett­o della Coppa del Mondo di sci alpino. Da Montecampi­one, 31 anni, Nadia è a Lake Louise, per due discese libere e un superG.

Come ti senti di nuovo al cancellett­o di partenza?

«Posso dire di star bene, nonostante qualche dubbio. Ho fatto tutto il possibile per essere a Lake Louise. Non sono al 100% e uso un tutore, perché la zona dell’omero è abbastanza delicata e non posso prendere forti impatti coi pali. Dopo l’operazione a giugno per la calcificaz­ione ossea, ci sarebbero voluti sei mesi. È stato un recupero record, ma la voglia di ripartire è grande».

Lake Louise ha portato spesso fortuna alle Fanchini, con le vostre prime vittorie e altri tre podi.

«Lake Louise è una pista magica. Non si addice particolar­mente alle mie caratteris­tiche, il che rende questo luogo ancora più speciale».

Quali le emozioni durante la prima prova di discesa?

«Emozionati­ssima, come se fosse stata la mia prima gara in Alta Badia nel 2003. Sono consapevol­e mi manchino molti chilometri nelle gambe e un po’ di sicurezza. Non ci si abitua mai a questi stop prolungati. Ci pensi due volte a buttarti giù senza pensieri, non è come quando sei giovane. Poi sono rientrata in concomitan­za con l’infortunio di Elena Curtoni e soprattutt­o con la tragedia che ha colpito David Poisson. Ho avuto i brividi». fa.Incredibil­e pensare che sei tornata sugli sci solo un mese

«Allo Stelvio, il primo ghiacciaio dove anni fa andai a sciare. Quindi anche quel luogo ha fatto rivivere bei ricordi. La sciata in campo libero mi ha fatto sentire bene, poi in America ho dovuto sciare a più di 100km/h e non ero più così rilassata (ride, ndr)».

L’infortunio ti ha fatto pensare di appendere gli sci al chiodo?

«Mai considerat­o il ritiro. Non ho voluto che fosse un infortunio a fermare la mia carriera, che finirà quando lo deciderò io. Inoltre ci sono le Olimpiadi a febbraio e io voglio esserci».

Cosa ti aspetti dal weekend a Lake Louise?

«Esserci è già un grande traguardo, te lo dice probabilme­nte l’atleta più infortunat­a della Coppa del Mondo. Non mi aspetto niente, la vivo giorno per giorno, rispettand­o il mio fisico. Se dovessi fare una top15, la prenderei come una vittoria: ho fatto quattro giorni di discesa in totale e se non ci si allena non si va forte come le altre».

Che consigli ti hanno dato le tue sorelle Elena e Sabrina?

«Mi han detto di stare tranquilla, che non devo dimostrare niente a nessuno, perché quello che faccio sugli sci lo devo fare per me stessa. E io sto dando tutta me stessa, non posso rimprovera­rmi niente».

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