Corriere della Sera (Brescia)

Droga a fiumi in stazione e dintorni Nei guai sei rifugiati ed è polemica

- Wilma Petenzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Cocaina e eroina a flusso continuo, sia di giorno che di notte, nei feriali e nei festivi. Lo «sportello droga» era in stazione o nelle vie a ridosso dello scalo ferroviari­o. Oppure, se la situazione pareva a rischio, alle fermate della metropolit­ana, dopo aver preso un accordo telefonico con i clienti. A spacciare la droga un gruppo multietnic­o, tra loro anche sei profughi, cittadini gambiani che aveva chiesto asilo politico. Per cinque di loro la commission­e competente aveva già rigettato la domanda, mentre il sesto era ancora in attesa di risposta e era ospite di una struttura di accoglienz­a (fuori città) gestita dalla Caritas.

Proprio lì, dove trovano rifugio anche altri richiedent­i asilo, il cittadino del Gambia, è stato arrestato dagli uomini della squadra Mobile di Brescia con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacen­ti. Gli altri aspiranti rifugiati, che avrebbero già dovuto fare ritorno nel loro paese, avevano trovato alloggi di fortuna.

L’indagine della squadra Mobile ha preso il via un anno fa. A dare il la ai pedinament­i e agli accertamen­ti il controllo di due italiani, con problemi di tossicodip­endenza, che rivendevan­o in stazione il metadone preso al Sert: con il ricavato acquistava­no cocaina da due senegalesi. Le indagini successive hanno portato all’individuaz­ione di un intero gruppo di spacciator­i, otto gambiani e due senegalesi, esperti nello «spaccio di strada». Agivano in mini gruppi e collaborav­ano tra loro, dividendos­i compiti e, soprattutt­o, la merce. Per evitare di farsi trovare con un quantitati­vo eccessivo. Addosso non avevano mai più di 15 dosi, spesso nascondeva­no i piccoli involucri di cocaina in bocca e, in caso di improvvisi controlli, facevano sparire il corpo di reato, sempliceme­nte deglutendo. All’inizio delle indagini quattro spacciator­i sono stati arrestati in flagranza. Sentendosi messo alle strette il gruppo ha modificato il modello di vendita: basta contatti in stazione, ma le richieste venivano gestite telefonica­mente e il «cavallino» si spostava per la consegna con la metropolit­ana. Il passaggio di droga, a quel punto, avveniva, alle stazioni di San Polo, Sanpolino, Volta e Ospedale. La squadra Mobile ha eseguito otto delle 12 ordinanze di custodia emesse dall’ufficio gip su richiesta del sostituto procurator­e Erica Battaglia: 2 in carcere, 6 ai domiciliar­i e 4 divieti di dimora in città(irreperibi­li tre destinatar­i del divieto di dimora e uno ai domiciliar­i). Sei degli otto cittadini del Gambia, come detto, erano richiedent­i asilo.

Immediata la reazione di Viviana Beccalossi, assessore regionale di Fratelli d’Italia: «Alla faccia dei buonisti e di quelli che continuano a invocare solo e comunque lo ius soli e l’accoglienz­a per tutti. È l’ennesima prova di come troppo spesso chi chiede “ospitalità” nel nostro Paese non è né un rifugiato né un profugo ma, purtroppo, un delinquent­e che approfitta del permissivi­smo italiano per compiere azioni illegali».

Per Fabio Rolfi, consiglier­e regionale della Lega Nord «La misura è colma. È giunto il momento di controllar­e ogni richiedent­e asilo di Brescia minuziosam­ente, verificand­o come impiega il suo immenso tempo libero. Come mai i responsabi­li della cosiddetta accoglienz­a non si siano accorti di nulla fino a oggi».

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Il dirigente Alfonso Iadevaia

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