Il diritto a uno sguardo in tralice tra memoria e nuove inquietudini
Memorie sopite e scritture illeggibili. Paesaggi trasfigurati e geroglifici da cui trapelano ordini perduti. Corpi tormentati, visioni perturbanti e relitti archeologici dai profili bruniti. Brixia Forum, frazione di Parigi: l’Aab ha intravisto suggestioni inattese in un foyer anonimo e, con qualche ritocco, l’ha in un piccolo salon. Con «Brescia. L’arte del concreto. Pittori e scultori bresciani fra tradizione e nuove inquietudini» (fino al 28 gennaio) l’Associazione artisti bresciani evade dallo spazio di vicolo delle Stelle per contaminare un luogo periferico. Fausto Lorenzi, il curatore, ha scelto 23 «artisti di tre generazioni diverse che usassero i mezzi tradizionali dell’arte ma non fossero chiusi alle nuove tecnologie». Tra scultura, pittura, collage e linguaggi al limite della sperimentazione, i lavori di Mirko Bedussi, Giuseppe Bergomi, Beppe Bonetti, Tullio Cattaneo, Attilio Forgioli, Giuseppe Gallizioli, Armida Gandini, Marcello Gobbi, Iros Marpicati, Felice Martinelli, Guido Moretti, Elena Monzo, Albano Morandi, Giulio Mottinelli, Luigi Paracchini, Carlo Pescatori, Paolo Petrò, Camilla Rossi, Margherita Serra, Federico Severino, Rita Siragusa, Edoardo Stramacchia e Marco Tancredi «rivendicano uno sguardo in tralice. Sono artisti che non perdono il contatto con la materia, e mantengono un rapporto diretto tra la mente e i sensi». Per Massimo Tedeschi, presidente di Aab, «il connubio tra spazio fieristico ed arte non deve risultare stridente: potrebbe nascere una bella collaborazione tra l’associazione e Brixia Forum». Giovanna Prandini, la presidente, è stata sedotta dall’arte: «La creatività bresciana non si esprime solo nell’economia, ma anche nel pensiero».